giovedì, Marzo 28, 2024
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“120 battiti al minuto”: fallimento cinematografico o sociale?

Il film “120 battiti al minuto”, distribuito da Teodora, non ha riscosso molto successo in Italia. Sebbene abbia ricevuto consensi al Festival di Cannes, dov’è stato presentato e premiato nella categoria Grand Prix, scelto dalla Francia come rappresentante ai prossimi Oscar per il Miglior Film Straniero non è riuscito a sfondare nei cuori degli italiani. Va sottolineato che agli Oscar si scontrerà con il nostro candidato “A Ciambra”.

La scarsa diffusione nelle sale cinematografiche nostrane ha, sicuramente, influito per i risultati. Infatti, la pellicola era visibile solo in alcune regioni tra cui: Emilia Romagna, Lombardia, Veneto, Liguria (all’Ariston di Genova e al Nuovo Film Studio di Savona) e in Toscana, Puglia e Sardegna. La casa distributrice ha, inoltre, scatenato una polemica via social circa lo scarso coinvolgimento dello comunità LGBT tuttavia quest’ultima, accusata di essersi mostrata passiva verso il film, è insorta criticando l’atteggiamento di Teodora perchè non è certo attraverso il successo al botteghino che vengono compiuti passi avanti nella società in favore degli omosessuali. A questo punto, c’è da chiedersi se il fallimento di “120 battiti al minuto” sia da imputare a semplici logiche di mercato dove il pubblico, in totale libertà, ha scelto di vedere altri film in cartellone piuttosto che quello in questione o se ci sia un altro aspetto da considerare: disinteresse causato da forte timore di approcciarsi a determinati argomenti dal momento che il film tratta, in modo specifico, l’Aids.

120 battiti al minuto

Il regista, Robin Campillo, ha dichiarato che il film non vuole essere unicamente la testimonianza del movimento attivista Act Up e di ciò che, negli anni Novanta, accadeva alla comunità omosessuale ma soprattutto il racconto di un amore condiviso e uguale per tutti per la vita. “120 battiti al minuto” è da vedere, come tutti i film per apprendere e migliorare parti di noi stessi che non conosciamo o per ricordarci di essere grati, nonostante tutto, per la nostra esistenza.