giovedì, Aprile 25, 2024
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13 Reasons Why incita al suicidio?

La serie originale Netflix, 13 Reasons Why (Tredici), sta riscuotendo un grandissimo successo. Disponibile da fine marzo 2017, lo show racconta i tredici motivi che hanno spinto Hannah Baker (Katherine Langford) al suicidio. La cosa che ha incuriosito i telespettatori è che la protagonista, prima di uccidersi, ha registrato questi motivi su delle vecchie cassette e fatte arrivare a coloro ritenuti colpevoli di questo gesto.

Non è tutto oro quel che luccica: l’associazione di salute mentale Headspace ha pubblicato un avvertimento sulla serie, riferendosi a essa come un “contenuto pericoloso”. Hanno dichiarato di aver avuto un aumento di chiamate e di email a causa di questo programma. Inoltre, l’associazione ha spiegato che rappresentare il suicidio in maniera troppo dettagliata, potrebbe in qualche modo infastidire i telespettatori.

Nic Sheff, autore del sesto episodio, ha deciso di difendere la serie spiegando che la scena del suicidio di Hannah è fondamentale per completare il suo “viaggio”. Qui riportiamo una parte dell’intervista: “Recentemente ho letto un bel po’ di messaggi di alcuni sostenitori della prevenzione contro il suicidio e altri individui che hanno espresso la loro preoccupazione [..]. In altre parole queste persone hanno pensato che sarebbe stato meglio lasciare all’immaginazione la morte del personaggio. Questa risposta è stata davvero sorprendente per me. Fin dall’inizio, sono stato d’accordo con il descrivere il suicidio con quanti più dettagli e precisione possibili […]. Sono stato colpito da quanto sia rilevante ma anche necessario un programma come questo, in grado di offrire speranza ai giovani, facendogli sapere che non sono soli. In 13 Reasons Why ho visto l’opportunità di esplorare questioni quali il bullismo, la violenza sessuale e la depressione”.

Valentina Sammarone
Valentina Sammarone
"Giornalismo è diffondere ciò che qualcuno non vuole si sappia; il resto è propaganda. Il suo compito è additare ciò che è nascosto, dare testimonianza e, pertanto, essere molesto." (Horacio Verbitsky)
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