venerdì, Marzo 29, 2024
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Bari: soffoca la figlia di tre mesi, arrestato 29enne

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I carabinieri hanno arrestato il 29enne Giuseppe Difonzo colpevole di aver soffocato la figlia di tre mesi. Il giovane era un pregiudicato, colpevole di violenza sessuale nei confronti di una minorenne figlia di amici di famiglia. Secondo gli inquirenti il delitto sarebbe accaduto nella notte tra il 12 e il 13 febbraio scorso, dopo vari tentativi di soffocamento avvenuti nei giorni precedenti.

Dal 19 gennaio al 12 febbraio, infatti, la bambina sarebbe stata ricoverata più volte per un totale di 70 giorni. Ad insospettire il personale sanitario dell’ ospedale pediatrico “Giovanni XXIII” di Bari sarebbero state proprio le condizioni di salute della bambina che, nonostante venisse ricoverata continuamente per soffocamento, non presentava patologie respiratorie: sarebbero stati proprio i medici, infatti, a contattare il Tribunale per i minori.

Gli esiti investigativi  consentivano di accertare che la lattante deceduta era stata destinataria di diverse azioni aggressive e violente ordite ai suoi danni dal padre, soggetto portatore della Sindrome di Munchausen“, ha dichiarato la procura di Bari. Chi soffre della sindrome di Munchausen, particolare patologia psichiatrica che porterebbe il malato ad attirare continuamente l’attenzione su di sè: l’uomo, infatti, avrebbe anche tentato il suicidio qualche anno prima.

La situazione familiare del 29enne era già stata segnalata al Tribunale dei minori di Bari già nel dicembre scorso per i presunti maltrattamenti subiti dalla piccola Emanuela, la neonata poi soffocata. Il 15 gennaio, infatti, la neonata era stata affidata agli assistenti sociali di Altamura per essere poi collocata in una comunità. Tuttavia, sulla base delle relazioni di medici e assistenti sociali, il provvedimento venne revocato il 29 gennaio. Il Tribunale riaffidò così la bimba a Giuseppe Difonzo e alla compagna, disponendo però visite domiciliari a partire dal 2 febbraio. La settimana dopo la piccola Emanuela venne ricoverata di nuovo, per morire, poi, il 13 febbraio.