Bolingbroke: “Meriteremmo di essere invitati in Champions League”

L’Inter e la Champions League due mondi ormai lontani da tempo, troppo tempo. L’ultima stagione in cui i nerazzurri hanno partecipato alla Champions League è la 2011/2012, quando sotto la guida di Claudio Ranieri, sono usciti agli ottavi di finale contro il non irresistibile Marsiglia in virtù della sconfitta all’andata al Velodrome per 1-0 e all’inutile vittoria arrivata nel finale per 2-1 a San Siro con goal di Giampaolo Pazzini. Salvo miracoli di fine stagione neanche l’anno prossimo l’Inter riuscirà a partecipare alla massima competizione continentale per club allungando la striscia di assenza a ben 5 anni, nonostante arriverà per i tifosi il contentino dell’Europa League. Dai mancati risultati sul campo, arriva la proposta dello Chief Executive dell’Inter, il braccio destro di Erick Thohir, Michael Bolingbroke: “Anche se non riusciremmo a qualificarci in Champions League, meriteremmo una wildcard (ovvero un invito a parteciparvi lo stesso ndr). Ci sono squadre con molta storia e molto bacino d’utenza che non potrebbero che fare bene in termini economici e l’Inter è sicuramente una di queste“. Insomma meno meritocrazia e più occhio ai problemi economici e alla storia dei club secondo Bolingbroke che ha continuato: “Probabilmente noi siamo uno dei 10 top club al mondo per la potenza del brand a livello mondiale. Giocare in Champions League darebbe una visibilità soprattutto alla UEFA perché l’Inter ha molti fan in Asia e ci sarebbero moltissimi spettatori in più dall’Oriente che farebbero molto bene al movimento calcistico europeo.” Al di là di queste idee molto americane e difficilmente applicabili al nostrano calcio del vecchio continente, adesso bisognerà puntare a vincere le restanti partite sperando in qualche scivolone della Roma, magari proprio a partire da domenica prossima dopo Pasqua quando ci sarà il derby con la Lazio, mentre l’Inter ospiterà il Torino in casa. E chissà che l’idea di Bolingbroke non veda la sua realizzazione proprio per meriti conseguiti sul campo, come da sempre in Europa.