giovedì, Marzo 28, 2024
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Brexit! Il giorno è arrivato: Theresa May invoca l’articolo 50 del trattato di Lisbona

Oggi è il giorno della Brexit. Si scrive una nuova importante tappa della storia europea. La premier britannica Theresa May ha finalmente dato il via al divorzio del Regno Unito dall’Unione Europea. Con una lettera consegnata dall’ambasciatore Tim Barrow al presidente del Consiglio Europeo, Donald Tusk, la Gran Bretagna invoca l’articolo 50 del trattato di Lisbona. I negoziati sono dunque iniziati e i sudditi di Sua Maestà Elisabetta II, entrati a far parte dell’allora CEE nel 1971, sono pronti a separare il loro destino politico da quello dei cittadini dei rimanenti 27 stati.

Le dichiarazioni della May sono state ottimistiche, definendo questo giorno come un “momento storico” dal quale “non si torna indietro”. Nel suo discorso alla Camera dei Comuni, la premier ha asserito di voler credere nella Gran Bretagna. “I giorni migliori sono davanti a noi, dopo la Brexit”, ha poi proseguito, sottolineando come il paese da questo momento in poi dovrà divenire “più forte, più equo, più unito”. L’obiettivo è quello di creare un paese “globale”, senza rinunciare ai valori democratici dell’Europa e cercando con questa una partnership ideale. Anche per questo, la May si è impegnata a riconoscere e tutelare quanti più diritti è possibile ai cittadini dell’Unione Europea.

Ma nonostante l’ottimismo, è stato subito chiaro, fin dal referendum di Giugno 2016, e ancor più oggi, che non sarà Londra a dettare le condizioni di questo divorzio. I rappresentanti delle istituzioni europee e dei paesi membri sono stati fin da subito cristallini: non si può scegliere cosa tenere e cosa no, dell’Unione.

Una delle conseguenze più negative, per i sudditi di sua Maestà, sarà l’uscita dal mercato unico (mettendo a rischio tutti i benefici economici guadagnati in 44 anni di adesione). Ma questa non sarà l’unica tegola per Theresa May, poiché la Brexit rischia di disgregare anche il Regno Unito che, in fase referendaria, ha dimostrato di essere più disunito di quanto si credesse. Infatti, gli interessi economici di Scozia e di Irlanda del Nord contrastano con una hard-Brexit. La premier scozzese Nicola Sturgeon ha già chiesto un nuovo referendum per l’indipendenza. Un’ipotesi, però, che vede nettamente contraria la May.

Le reazioni dei leader europei all’invocazione dell’articolo 50 del trattato di Lisbona sono state, unitariamente, di dispiacere. Il presidente della Commissione Europea, Jean-Claude Junker, ha dichiarato: “Questo è un giorno triste, perché i britannici hanno deciso per iscritto di lasciare la UE, una scelta che rimpiangeranno un giorno“. Dello stesso tono le dichiarazioni di Merkel, Hollande e Gentiloni. “Non ci auguravamo questo giorno“, ha detto la cancelliera tedesca, mentre Hollande ha sottolineato come la Brexit si rivelerà “dolorosa” per i britannici. Paolo Gentiloni, invece, ha espresso la speranza che questo momento di crisi si trasformi in un’occasione per un risveglio europeo, così come avvenuto diverse volte durante gli ultimi 60 anni.