Bruce Springsteen si presenta all’Upstage (Asbury Park) e improvvisamente inizia un mini-live che entusiasma tutti i presenti. Ecco, questo è stato il venerdì sera di alcuni fortunati americani che erano accorsi per celebrare l’importanza di quel locale per la musica ma non si aspettavano, di certo, il Boss.
Una sua apparizione era stata promossa a bassa voce tuttavia non si erano avute nè conferme nè smentite. Evidentemente, Bruce Springsteen non ce la fa proprio a stare lontano da un palco (piccolo o grande che sia)e soprattutto se quel luogo gli ha fatto compiere i primi passi verso il successo. Infatti, nel suo libro autobiografico “Born to Run” racconta di quanto l’Upstage sia stato fondamentale non soltanto per lui ma anche per tutti gli altri musicisti della zona. In anni in cui bisognava farsi conoscere e non sempre si riusciva a trovare un posto dove suonare, quel locale è stato un porto sicuro. Insomma, una vera e propria incubatrice musicale. L’artista con la sua chitarra non si è esibito da solo ma in compagnia dell’amico Steven Van Zandt. Ricordare e celebrare le origini fa bene all’animo e Bruce Springsteen lo sa bene. Un’artista del suo calibro, potrebbe tirarsela e nessuno gli direbbe nulla, resta umile se ha riconoscenza verso ciò che era prima di diventare ciò che è oggi e per questo motivo ha preso parte all’evento promosso per l’Asbury Park Music & Film Festival. 
Attualmente non sono in corso nè lavori di produzione di un nuovo album di inediti nè l’organizzazione di un tour. Quest’anno, il Boss dovrebbe essere in pausa tuttavia ci aspettiamo qualche incursione sonora delle sue. Di sicuro, non è fermo. Se solo si pensa alla stesura della canzone anti-Trump, “That’s what makes us great” in collaborazione con Joe Grushecky. Nel brano vengono esaltati temi cari al repertorio di Springsteen come l’immigrazione e l’American Dream.
