venerdì, Marzo 29, 2024
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Elogio a Daniele Rugani: difensore professionista, professionale e fenomenale

Ci scommettiamo: se Daniele Rugani si chiamasse “Danielinho Ruganinho” giocherebbe titolare fisso in un top club e sarebbe richiesto da mezzo mondo. Ma, siccome è italiano e si chiama semplicemente Daniele Rugani, non è così. Non solo: mai un comportamento non professionale, mai una parola fuori posto, sempre presente agli allenamenti. Qualità che gli avrà insegnato il padre Ubaldo, ex ciclista e rappresentante di materiali da pesca. Eppure alla Juventus trova poco spazio e ad agosto Marotta ha comprato Benatia relegando Rugani al quinto posto nella gerarchia dei difensori bianconeri.

Che sia un potenziale fenomeno non ci sono dubbi. Cresciuto a Empoli e nell’Empoli, Maurizio Sarri – non certo l’ultimo arrivato – a soli 19 anni gli affida il ruolo da titolare nella difesa toscana nella stagione 2013/14. Risultato? Empoli promosso in A. L’anno successivo è quello della consacrazione: 38 partite disputate, mai una sostituzione e un’ammonizione con tre reti all’attivo. La Juventus lo vuole subito: la promessa è un anno di gavetta e poi titolare. Almeno sulla carta questi erano i piani. Poi qualcosa cambia. Allegri pare che non lo stimi troppo. Quando non c’è uno tra Bonucci, Chiellini e Barzagli, l’ex tecnico del Milan cambia persino modulo. Qualsiasi altro calciatore avrebbe alzato la voce, si sarebbe fatto sentire. Ma lui no. Volete sapere quando esordisce con la Juventus in campionato? Il 20 dicembre 2015, subentrando a Barzagli. Nemmeno una parola superflua. Testa bassa e pedalare. A gennaio 2016 il Napoli è in piena lotta per lo Scudetto e Sarri, suo mentore, lo vuole a Napoli (si parla di Rugani al Napoli anche per gennaio 2017). La Juventus non lo cede: nemmeno per 25 milioni di euro. Niente da fare. Gli addetti ai lavori si chiedono che senso abbia non cedere un giocatore che si apprezza solo sulla carta. Prima si dice che debba essere più cattivo, poi che deve migliorare il sinistro, poi che marca troppo “largo”. Insomma, ogni scusa è buona per ritardare l’ingresso in pianta stabile di Daniele nella formazione bianconera. Pressato un po’ anche dalla stampa e con lo Scudetto sempre più in cassaforte, Allegri gli concede sempre più minuti. Nella semifinale di ritorno di Coppa Italia contro l’Inter (persa dai bianconeri per 3 a 0), Rugani viene subissato da critiche: c’è chi si azzarda a sostenere che non sia da Juve. Nulla di più falso. Una giornata storta può capitare a chiunque. Poi Marotta decide di prendere Benatia e Rugani arretra nelle gerarchie. Il marocchino si fa male e Allegri deve per forza inserire Daniele Rugani contro il Cagliari, dimostrando ancora una volta di essere da Juve. Anche perché dalla panchina è un po’ difficile far vedere il proprio valore…