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Esclusiva-Fusaro: “Con una Sinistra così non c’è più bisogno della Destra, l’UE sta massacrando i lavoratori”

Oltre dieci pubblicazioni, partecipazioni a diverse trasmissioni televisive e critico verso l’Unione Europa. Si tratta del filosofo e saggista Diego Fusaro, che abbiamo intervistato in esclusiva parlandoci – con la consueta chiarezza e senza peli sulla lingua – di diverse problematiche che attanagliano il nostro paese.

Lei, in moltissime occasioni, si è scagliato contro l’Euro, la Banca Centrale Europea e questa Unione Europea. Secondo Lei, se si tornasse alla Lira, si risolverebbero davvero molti problemi?
Mah, sicuramente non si risolverebbero tutti i problemi perché non è che fosse un Paradiso prima. Però si riconquisterebbe la sovranità nazionale monetaria e dunque si potrebbero fare politiche sociali di assistenza e di creazione di occupazione. Quello che invece oggi è impossibile nella misura in cui l’Euro non è una moneta nazionale ma appartiene ad una banca che in quanto tale ha interessi lievemente diversi rispetto a quelli che può avere uno stato. Quindi non sono certamente convinto che l’uscita dall’Euro sia la soluzione a tutti i problemi ma sicuramente è già un primo passo per frenare questo processo dissolutivo in atto.

All’inizio, parlare di uscita dall’Euro era quasi utopia, adesso anche in Italia ci sono tantissimi movimenti e partiti politici che pensano che sia una reale opportunità e in Francia Marine Le Pen ha rischiato di vincere. Secondo Lei, cosa significa tutto questo?
Significa che comincia ad apparire evidente quello che si sosteneva in piccole fasce già da un po’ di tempo: cioè il fatto che all’interno di questa Unione Europea si sta producendo un vero e proprio massacro ai danni dei lavoratori e delle classi medie e che dunque occorre reagire. Poi naturalmente tanti partiti politici sfruttano questo per cavalcare l’onda, i consensi e quant’altro. Questo, a me che non sono politico, interessa poco in verità quello che fanno i partiti politici.

Al di là del rapporto con l’Europa, può esprimere un giudizio sull’operato del governo Renzi?
Beh, una volta – mi pare che fosse Giovanni Agnelli – che disse che bisognava rivolgersi alla Sinistra per fare le riforme di Destra. E quella frase di Agnelli mi pare che si sia perfettamente compiuta oggi nel governo Renzi e nel PD: un governo che sta facendo senza ostacoli quelle riforme di Destra che la Destra non era riuscita a fare perché c’erano le piazze che si muovevano, c’era una sorta di contestazione generalizzata e quindi con una Sinistra così non c’è più bisogno della Destra.

Molti giornalisti – tra cui spesso anche Lei – accusano gli intellettuali di Sinistra che per le stesse leggi che Renzi ha fatto approvare sarebbero scesi in piazza se le avesse fatte Silvio Berlusconi, ad esempio. Secondo Lei a cosa è dovuto il silenzio dei vari Benigni, Moretti, Serra ad esempio?
Mah, direi che in estrema sintesi gli intellettuali – in generale, non voglio metter qui nomi e cognomi ma parlo del ceto intellettuale in generale – è un ceto che si muove a branche come i pesci, seguendo il politicamente corretto e in questo caso è il paradosso da Lei evidenziato. Cioè il fatto che se queste vergognose riforme le avesse fatte Berlusconi, sarebbero scesi in piazza con girotondi e girotondini. Le fa ora il governo Renzi e non vola una mosca: sembra, anzi, che si tutto naturale e quindi diciamo che Renzi sta continuando la linea di Berlusconi ed è facilitato rispetto a Berlusconi per il fatto che non ha opposizione rispetto a sé.

Molti accusano i giornali e parecchi canali televisivi di essere quasi zerbini del governo Renzi. Lei che ha partecipato a diverse trasmissioni televisive, ha avuto questa impressione oppure non è vero che i giornali e molti giornalisti si sono zerbinati a Renzi?
Direi che in generale è assolutamente così, pur con alcune felici eccezione, come la trasmissione di Paragone “La Gabbia” che, forse, è l’unica trasmissione non piegata al governo Renzi. Per il resto, mi pare che ci sia un totale assenso rispetto al governo.

Cosa ne pensa, invece, dell’immigrazione e dei fatti che sarebbero successi a Colonia poiché, in un suo post su Facebook, che il “vero nemico oggi si chiama economia capitalistica o, se preferite, monoteismo del mercato”. Può articolare meglio questo post?
Certo. Mah, direi che in estrema sintesi quando si parla di immigrazione ci sono sempre due posizioni sono apparentemente opposte ma che in realtà sono egualmente false: sono per un verso la posizione dei sostenitori dell’immigrazione come se fosse un bene in sé indiscutibile e dall’altra ci sono quelli che, invece, utilizzano e fanno valere una sorta di xenofobia incondizionata che attacca continuamente i migranti. Per intenderci, PD e la Lega: sono due movimenti, i due mattei che sono portatori di quest visione. Quello che non si dice mai è che il nemico non è il migrante in quanto tale ma è l’immigrazione come fenomeno che viene utilizzato per abbassare i costi della forza lavoro e per introdurre in Europa persone che provengono da altre realtà e non hanno coscienza di classe e quindi permettono di creare un grande esercito industriale di riserva per abbattere i costi della manodopera. Però questo lo si può dire ragionando pacatamente e non quando si fa politica dove ci si contrappone tra schieramenti che devono prendere voti.

 

Si può riportare l’intervista anche solo parzialmente a condizione di citare la fonte dailynews24.it o postando il link. Per restare sempre aggiornati sulle ultime novità, diventate fan della nostra pagina Facebook.

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