venerdì, Aprile 19, 2024
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Etiopia, il miracolo dell’ospedale San Luca di Wolisso

Nelle zone più remote dell’Etiopia una équipe di medici italiani e un’Ong, il Cuamm di Padova,  riescono a fare un miracolo. Dal 2000 con i fondi raccolti dalla Conferenza episcopale italiana (Cei) e dai nostri contribuenti (due milioni di euro) ha aperto l’ospedale San Luca di Wolisso; questa struttura riesce a fornire assistenza a oltre un milione di Etiopi in tre distretti dell’Oromia, la regione a sud di Addis Abeba. L’associazione Cuamm è aiutata in questo grande progetto dalla Fondazione Cariplo e da altre tre fondazioni filantropiche (Compagnia Sanpaolo, Cariparo, Cariverona). Nonostante l’Oromia disti da Addis Abeba solo un centinaio di chilometri, arrivati in queste zone sembra di aver compiuto un viaggio nel tempo; le persone qui non dispongono di computer, wifi, iPad, qui le persone non hanno acqua e elettricità corrente, vivono in delle capanne di fango senza servizi igenici e riscaldamento. Mentre noi cerchiamo di curare il cancro e per una febbre prendiamo soltanto un Oki, qui gli etiopi muoiono ancora per una semplice dissenteria o per un’infezione.

Grazie a questa struttura ospedaliera tanti bambini affetti da malnutrizione possono trovare una cura: «Arrivano vestiti di stracci, in condizioni igieniche disastrose, e con la pancia e le gambe gonfie», spiega Eleonora Urso, la pediatria veronese responsabile del reparto infantile del San Luca. «Hanno tutti i sintomi della malnutrizione: gonfiore, torpore, apatia, pelle che si squama, un sistema immunitario molto debole, perché mangiano solo kotcho, una farina piena di fibre ricavata dall’enset, un falso banano che riempie la pancia ma non ha nessuna proteina». Genitori e bambini non possono comunicare bene con i medici, ma lo sguardo di ringraziamento e la bontà del cuore sono un linguaggio universale.

Eleonora è uno dei quattro medici che insieme ad altri tre volontari, a una manciata di amministrativi e a 314 dipendenti, manda avanti l’ospedale di Wolisso, che l’anno scorso, con 314 posti letto, è riuscito a garantire quasi 12 mila ricoveri, più di 80 mila visite ambulatoriali, oltre otto mila vaccinazioni e 3.300 parti assistiti. Un vero e proprio miracolo. Oltre al reparto per l’infanzia, uno dei punti di forza del San Luca è il reparto per la maternità: sono moltissime le donne che muoiono durante il parto o durante la gravidanza. Infatti, nelle zone più isolate e distanti dall’ospedale sono state infine allestite delle case d’attesa, per consentire alle donne in gravidanza di trascorrere le ultime settimane in sicurezza. Non è solo importante aiutare questi paesi, ma far sì che si sviluppino. Proprio per questo il Cuamm ha aperto vicino l’ospedale una scuola per infermieri, che organizza regolarmente dei corsi pre-parto e di educazione alimentare rivolti a tutti. Una ventata di solidarietà che in questi giorni può farci ricordare cosa voglia dire essere umani.

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