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Da Guardiola a Buffon, passando per Agnelli: come cambiano i giudizi sugli arbitri a seconda degli eventi!

Pep Guardiola, 16 marzo 2016, all’epoca allenatore del Bayern Monaco. Con l’ausilio di alcune decisioni arbitrali che lo avevano avvantaggiato, apostrofò i dirigenti/calciatori/tifosi juventini arrabbiati per l’eliminazione dalla Champions League: «La Juve è troppo forte e troppo grande come squadra, non si può lamentare. Eh no, così non si fa Quando uno perde, va a casa e gli si stringe la mano, bisogna complimentarsi con gli avversari. Il calcio è questo, hanno avuto la palla per lo 0-3 con Cuadrado e Morata, nel calcio queste cose possono succedere, non bisogna lamentarsi».

Pep Guardiola, 11 aprile 2018, il suo Manchester City è eliminato dalla Champions League per alcune decisioni discutibili: «Non è la prima volta che incontro Lahoz, lo conosco bene. Gli piace essere differente, è un ragazzo speciale. Quando tutti sono convinti di una cosa, lui fa l’esatto opposto. A questo punto della competizione le decisioni dell’arbitro pesano tanto. Quando mi ha espulso io gli ho solo detto che il gol era buono».

Gianluigi Buffon, 5 gennaio 2014, all’indomani della vittoria della Juventus sulla Roma: «Davanti con merito. Aiutini? Alibi per chi non vince».

Gianluigi Buffon, 12 ottobre 2014, in un’intervista a Rai Sport: «Nella mia carriera ho vinto tanto, ma ho perso anche tanto. Sono arrivato terzo, quarto e settimo per due anni consecutivi, però non penso che abbiate mai visto Buffon fare interviste in cui inveiva contro qualcuno o magari buttare lì illazioni di turno che non fanno bene a nessuno e tantomeno al nostro movimento».

Gianluigi Buffon, 11 aprile 2018, all’indomani dell’eliminazione della Juventus contro il Real Madrid dopo un rigore assegnato al 90′:«Questo arbitro non ha il coraggio né la personalità per stare a questi livelli: avrebbe dovuto stare in tribuna, seduto con sua moglie, a godersi la partita mangiando le patatine e bevendosi una sprite. Probabilmente non hai nemmeno la lucidità mentale di arbitrare, probabilmente sei una bestia e non un uomo. Devi aver visto la partita di andata e sapere cos’è successo, invece tu non sai dove sei, non sai che squadre stanno giocando, cioè, non sai veramente un c…o. Forse credeva che io avessi 25 anni. Stai commettendo un crimine contro l’umanità sportiva e quindi ti prendi le due paroline che ti devi prendere».

Andrea Agnelli, 24 ottobre 2017: IL VAR «è uno strumento che tutti quanti auspicavamo fosse introdotto nel calcio. Ne ho parlato con Infantino, Ceferin e Boban. Sono state fatte due leggerezze. La prima, dare la facoltà a ogni federazione di valutare la bontà di un progetto. Non si fa sperimentazione in campionati come Serie A o Bundesliga. Poi l’analisi del protocollo, che non è così chiaro riguardo all’applicazione del Var. Molto positiva, quindi, l’introduzione dello strumento. Ora va curata la messa a punto. Gli scudetti non si vincono con il Var ma con il lavoro».

Andrea Agnelli, 11 aprile 2018: «Collina è vanitoso e va cambiato, vogliamo la Var anche in Champions: c’è un’evidente parzialità verso le squadre italiane».

Giudicate voi.

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