venerdì, Aprile 19, 2024
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Ian Curtis, 36 anni dalla scomparsa del cantante dei Joy Division

Il 18 maggio 1980 si suicidava, Ian Curtis frontman di una delle band più influenti della musica: i Joy Division. ” In questo momento  vorrei essere morto, non riesco più a lottare”. Queste  le  sue ultime parole  scritte su un biglietto, pochi istanti prima di impiccarsi ad una trave nella sua casa di Macclesfield, vicino Manchester.
Malato di epilessia e dal carattere fortemente introverso, non fece nemmeno in tempo a godere del successo che da lì a poco lo avrebbe fatto diventare una leggenda del Rock. Infatti alla soglia dei 24 anni e con un solo album pubblicato, il capolavoro “UNKNOWN PLEASURE”, Curtis precipitò in un vortice depressivo senza via di scampo, proprio alla vigilia del tour che avrebbe fatto conoscere i Joy Division in U.S.A. Allontanando tutto e tutti, nelle sue ultime ore aveva ascoltato l’album di Iggy Pop The Idiot, aveva visto il film di Werner Herzog La ballata di Stroszek e poi prese la decisione di farla finita.
Una carriera artistica breve ma che lasciò il segno, con capolavori come  “Atmosphere, Transmission, She’s lost control, Shadowplay” fino alla struggente “Love will tear us apart”. I Joy Division dopo la pubblicazione dell’album “CLOSER”,  postumo alla morte del loro cantante, ebbero comunque successo formando la band dei New Order. Resta difficile immaginare quanto Ian Curtis avrebbe potuto ancora dare alla musica se non fosse morto, quello che è certo che l’eredità che ci ha lasciato è ancora viva e indelebile.
Ecco un estratto del film biografico su Ian Curtis “Control” di Anton Corbijn.

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