sabato, Aprile 20, 2024
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Inter prima in classifica, ma i limiti ci sono

Correva la stagione 2002/2003, dopo le prime tre giornate l’Inter di Hector Cooper totalizzava nove punti nelle prime tre partite (in realtà le vittorie consecutive iniziali furono poi cinque). 13 stagioni dopo l’Inter torna a fare bottino pieno nelle prime tre gare grazie alla vittoria nel derby contro il Milan. Una vittoria da molti definita “immeritata”. Una valutazione frutto di un momento calcistico in cui siamo abituati alle magie del Barcellona di Messi o alla spettacolarità di Cristiano Ronaldo. In ogni caso parlare di scudetto è ancora prematuro. L’Inter è chiamata a dare altre dimostrazioni di forza, ma per ora è sicuramente candidata al piazzamento Champions.

SOLIDITÀ DIFENSIVA APPARENTE – Finora solo Gaetano Letizia da Scampia è riuscito a bucare la porta di Handanovic in tre gare. Score identico agli ultimi due anni con Mazzarri in panchina con un solo goal subito. La situazione non è poi così rosea. Ieri, quando per la prima volta quest’anno l’Inter affrontava una prima partita impegnativa, la difesa, pur con l’assenza di Miranda è stata perforata con troppa facilità diverse volte. Al minuto tre Luiz Adriano si è divorato il vantaggio rossonero. Poi ancora un’occasione gettata al vento dallo stesso brasiliano. Ieri non c’era in campo un difensore di ruolo accanto a Murillo, vista la presenza di Medel, ma la retroguardia di Mancini ha comunque destato preoccupazione. Nei primi quindici minuti il Milan avrebbe meritato il vantaggio.

IL PROBLEMA DELL’ATTACCO – Quattro goal in tre gare sono decisamente pochini. Ieri per la prima volta è sceso in campo il “tridente dei sogni” di Mancini con Perisic, Icardi e Jovetic. Analizziamoli a uno a uno. Jovetic è sembrato quello a cui è stata affidata la croce. Palla a JoJo e preghiamo. Il montenegrino ha fatto un’ottima partita, ha anche sfiorato il goal con un bel tiro dalla distanza. Ma giocando lontano dalla porta, per creare gioco, è difficile che possa arrivarci con lucidità e avere più palle goal. Perisic un po’ anonimo nella sua prima gara. La collocazione in campo non sembra quella adatta (ha fatto quasi il trequartista) e per lunghi tratti della partita non è stato incisivo. Risultato: Icardi ha avuto due palle goal. O meglio una e mezza. La prima totalmente divorata, e la seconda con un colpo di testa in tuffo illegale. Poi bravo a portarsi gli uomini per liberare il tiro vincente di Guarín. Ma l’argentino dovrà essere servito più volte e con più decisione. Ieri l’Inter non dava l’impressione di essere una squadra che in qualsiasi momento potesse creare un’azione offensiva importante.

IL GIOCO DURO – Se Mancini in estate, e ne abbiamo quasi la certezza, aveva pensato di abbandonare qualsiasi idea di calcio champagne e di mettere muscoli in campo, ha fatto molto bene ad aspettare Felipe Melo il 31 agosto. Nonostante gli scetticismi generali, ieri il brasiliano è stato il migliore in campo: è intervenuto su tutti i palloni, facendo sentire i tacchetti quando ce n’era bisogno (anche a costo di essere ammonito). In particolare dopo il goal di Guarín l’inter si è arroccata dietro e ha fatto qualche ripartenza, non producendo più gioco. Ieri la scelta ha pagato, ma per le prossime partite non necessariamente andrà sempre bene. Insomma il suggerimento ai tifosi delle altre squadre è quello di non guardare l’Inter quando si vuole vedere del bel calcio, perché non arriverà molto probabilmente. Il suggerimento ai tifosi dell’Inter è invece di accettare il gioco maschio (con Felipe Melo come massima icona) e godersi qualche punto in più rispetto agli altri anni (sarebbe gravissimo il contrario) ma senza bel gioco.

Walter Molino
Walter Molino
Laureato in Mediazione Linguistica e Culturale (Spagnolo, Portoghese e Catalano) all'Università degli Studi di Napoli "L'Orientale", appassionato di calcio e basket.
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