Ennesima strage perpetrata dagli uomini del califfato, ieri a Deir Ezzor i militanti hanno fatto irruzione in un villaggio massacrando più di 280 persone, tra cui numerose donne e bambini. I loro corpi poi sono stati gettati nel vicino fiume Eufrate. Tra le vittime ci sarebbero anche decine di militari dell’esercito governativo di Assad. Secondo quanto riferisce l’Osservatorio per i diritti umani, sono stati anche rapiti 400 civili. I prigionieri sono stati trasportati direttamente nelle aree gestite dallo stato islamico. Oltre all’irruzione diversi kamikaze si sono fatti saltare in aria vicino a luoghi di governo. L’agenzia di stampa statale siriana parla di uccisioni di massa, con decine di persone massacrate. Se confermata, sarebbe una delle più gravi stragi commesse in un unico giorno in quasi cinque anni di guerra civile in Siria. Gli scontri sono durati tutto il giorno e alla fine l’Isis ha comunicato che i suoi miliziani hanno preso il controllo di Al-Baghaliyeh, periferia nord della città. Nel frattempo sporadici combattimenti continuano nella parte nord-occidentale della città e aerei da guerra russi hanno bombardato Al-Baghaliyeh in sostegno alle truppe di terra del regime di Assad, che al momento controllano ancora il vicino aeroporto militare. Il territorio di Deir Ezzor è ricco di petrolio, perciò le due fazioni cercano di conquistarlo a tutti i costi. L’attacco arriva in un momento di rinnovate battaglie tra Isis e forze governative siriane sul confine iracheno.