La città della Siria centrale, l’archeologica Palmira, è caduta nelle mani dei miliziani dell’Isis. Lo conferma l’Osservatorio nazionale per i diritti umani. A confermare la conquista, una serie di decapitazioni di soldati le cui foto sono online. Non è possibile verificare, ad oggi, l’attendibilità delle immagini: corpi immersi in un bagno di sangue, con apposti i documenti della vittima e una scritta in arabo che recita “uccisi a Palmira”. Sui social si è diffuso, viralmente, tra gli affiliati del Califfato, l’hashtag “Palmira sotto l’autorità del Califfato”. Nel centro moderno della città siriana, raid aerei distruggono una scuola e una moschea. A riferirlo sono delle fonti presenti sul posto che, tramite Skype, mostrano un video della distruzione avvenuta. I jihadisti, in Iraq, a sfondato le linee di difesa irachene: direzione Falluja e Baghdad. Le forze del regime di Damasco battono la ritirata. Lo scrive Al Arabiya sul portale on line.
Obama si dice preoccupato, ma annuncia: “Non stiamo perdendo. Ci saranno sfide molto difficili, finchè la popolazione locale non sarà più forte”.
Il presidente francese Hollande: “E’ necessario agire, il pericolo per i monumenti iscritti al patrimonio dell’umanità e al tempo stesso è forte. Dobbiamo agire contro l’Isis”.