venerdì, Marzo 29, 2024
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Jonathan Rea: “Mi godo il momento”

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Arrivando dritti al punto, Jonathan Rea è stato il protagonista assoluto di questo campionato SBK 2015. 113 punti di vantaggio, 11 vittorie e cinque secondi podi sono il bottino del buon vecchio Johnny che arriva in America con il titolo saldamente in mano.

Approfittando del breve stop, il sito ufficiale worldsbk.com ha scambiato due parole con il pilota Kawasaki che era a Barcellona per sottoporsi a delle analisi e ai dei controlli come vuole il programma programmato fra i team e l’ospedale di Barcellona.

Questa stagione ha rappresentato una svolta incredibile nella tua carriera nel Mondiale Superbike. Quali sono le tue sensazioni?

Prendo ogni giorno come viene e non mi guardo indietro. Ho sempre creduto di avere ciò se serve per poter lottare per un Titolo Mondiale. Ad essere onesti non cambierei niente del mio passato, perché mi ha reso un pilota migliore e più completo. Quando sono salito in sella alla ZX-10R nei test invernali, ho immediatamente capito il livello della moto e della gente che mi sta attorno. Sapevo che era arrivato il mio momento e ho pensato: “Io sono pronto e così la mia moto”.

Non sto pensando a cosa succede gara per gare. Non voglio che questo influenzi le mie performance, mi sto solo godendo il momento.

Dopo i primi due test hai ammesso che, pur provando diverse configurazioni, riuscivi comunque ad essere veloce in sella alla moto. Si può dire che la moto ti ha reso il passaggio meno traumatico in quanto è meno sensibile ai piccoli cambi di setup?

La moto precedente aveva un range limitato e funzionava al meglio solo con grip elevato e temperature ideali, ciononostante credo che abbiamo fatto un buon lavoro nella sua messa a punto. Con Kawasaki il range è molto più ampio. Nelle prime due giornate di lavoro, Pere Riba ha volulto lavorare solo sulla posizione della sella e del manubrio, in modo da far sì che mi trovassi a mio agio. Dopodiché siamo andati in Giappone per provare diverse selle e trovare quella che si adattava a me. Una volta trovata l’anno creata per noi sulla base di quelle specifiche. Questi dettagli in passato li avevo presi ‘alla leggera’, ma è una componente importante per poter guidare al meglio.

Io credo che la moto si adatti a me davvero bene. Non ho avuto molte cose di cui lamentarmi e la stagione fino ad ora è andata in modo favoloso.

Cos’ha quindi di così tanto speciale la Ninja ZX-10R? Tutti sembrano tesserne le lodi…

È un mix di diverse cose. Paolo Marchetti e Danilo Casonato (Engine Engineer & Telemetry per Rea e Sykes) sono in grado di dare alla moto quel qualcosa in più, perché credo che a livello di elettronica noi siamo messi meglio rispetto agli altri. Da un punto di vista della ciclistica la moto è molto stabile, specialmente in frenata e nelle curve veloci. Ha anche dei lati negativi, su cui dobbiamo lavorare, come per esempio nelle curve ‘stop & start’, nelle quali i cambi di direzione risultano più difficili.

Ci stiamo lavorando e fino ad ora non ci sono state altre moto tanto più veloci della nostra, visto che la performance del nostro motore è ottima. A conti fatti quindi, io credo che abbiamo il pacchetto migliore. Ad ogni modo, dobbiamo continuare a migliorare, perché si tratta sempre di un processo che non si ferma mai.

A volte sembra che non stai spingendo al massimo. Quanto margine hai ancora?

È difficile dirlo. Per esempio, a Donington eravamo un po’ indietro. Per tutta la durata del weekend non sono stato in grado di trovare il feeling che stavamo cercando. La moto andava bene, semplicemente io non ero a mio agio. L’altra occasione in cui non mi sono sentito al massimo era ad Aragon, quando Davies mi ha preso in contropiede scappando via ad inizio gara.

Sento che possiamo fare ancora meglio. Non è che in gara ho tanto margine, ma rispetto al passato riesco a pensare di più a non sbagliare: questo vuol dire che se voglio andare più forte posso spingere il limite un poco più in là. Un po’ di margine quindi ce l’ho. Alla fine si tratta di un Campionato Mondiale e non si possono sottovalutare gli avversari, il livello è altissimo.

Spero solo di poter continuare così perché mi sento come se stessi sognando.

Strano ma vero, non hai ancora vinto una gara su nessuna delle cinque piste ancora da visitare. Hai intenzione di far qualcosa a riguardo?

Guardo con attesa a tutti i prossimi round. Mi sono trovato storicamente bene a Magny-Cours e lo scorso anno anche a Jerez. Quest’ultimo è un tracciato ancora ‘giovane’ per il Mondiale Superbike e nel 2013, anno del suo ritorno, fui costretto a saltare la trasferta per una frattura alla gamba, quindi l’anno scorso fu per me il primo anno lì. Lo scorso anno in Qatar, gara 2 fu probabilmente la più bella della mia carriera, mi sono divertito molto e la moto funzionava davvero bene. Credo che quest’anno, con la ZX-10R, abbiamo più possibilità di far bene su tutti i tracciati da qui a fine stagione. Non vedo l’ora di scendere in pista anche a Laguna Seca e Sepang, perché in quest’ultima ci sarà il primo test di ‘cavalleria’ della stagione e credo che le Aprilia saranno molto competitive.

Che cosa ci puoi dire di Laguna Seca invece?

Nel 2013 non ho corso lì a causa dell’infortunio, mentre lo scorso anno ho fatto un errore stupido in Superpole e sono caduto. È un tracciato sul quale è difficile sorpassare ma in gara 2, con tutte le bandiere rosse, alla fine sono riuscito a salire sul podio, un risultato che non mi aspettavo. Quel weekend ha dimostrato quanto sia importante una buona posizione di partenza. Dovremo quindi lavorare con metodo, come sempre, ma con un occhio di riguardo in più alla Tissot-Superpole. Avremmo potuto far meglio anche a Misano, ma il gap dalla pole alla fine era di soli due decimi. Dobbiamo assolutamente puntare alla prima fila a Laguna.