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La ricchezza degli italiani

Al 31 dicembre 2013 la ricchezza netta degli italiani ammontava a 8.278 miliardi di euro che, divisi per circa 60 milioni di abitanti, corrispondevano a 138.000 euro pro capite. I dati provengono dal bollettino statistico della Banca d’Italia il quale documento, nella nota metodologica, precisa che la ricchezza netta è data dalla somma delle attività reali e finanziarie, al netto dei debiti. La ricchezza complessiva era composta dal 60% da attività reali mentre il restante 40% era rappresentato da attività finanziarie. Le attività reali delle famiglie risultavano composte per l’85% da abitazioni, 4% da terreni, 5% da fabbricati non residenziali e il resto da macchinari, attrezzature e impianti. Le attività finanziarie, pari a circa 4.000 miliardi, erano composte per il 43% da azioni, obbligazioni, fondi comuni e titoli esteri; i depositi rappresentavano il 30%, fondi pensioni e risparmio assicurativo il 19% e i titoli pubblici, il 5%.
Le passività finanziare erano di 886 miliardi e i mutui sulle abitazioni pesavano per il 43%. Il restante 57% delle passività finanziarie era formato da prestiti al consumo e debiti commerciali.
La ricchezza netta era pari a otto volte il reddito lordo medio delle famiglie italiane e risultava più o meno uguale al rapporto ricchezza/reddito di Francia e Inghilterra e leggermente superiore a quelli di USA e Germania.
I valori, dal dicembre 2013 non hanno subito modifiche significative e gli Italiani, quindi, sono ricchi al pari di francesi e inglesi e lo sono addirittura in misura maggiore rispetto a tedeschi e americani. Se però la ricchezza dovesse essere misurata dal reddito percepito, in tal caso gli italiani non occuperebbero i gradini alti della classifica poiché le entrate medie delle famiglie italiane sono decisamente più basse rispetto ai redditi dei paesi menzionati. Ma se gli italiani percepiscono redditi inferiori ai cittadini dei paesi più industrializzati e vantano, invece, una ricchezza (in attività reali e finanziarie) superiore, è evidente che le famiglie italiane sono molto attente ai consumi e naturalmente inclini all’accumulo di risparmi.
Insomma, a quanto pare gli italiani hanno mediamente la ricchezza dei piccoli proprietari senza però averne le entrate e il tenore di vita.

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