martedì, Aprile 23, 2024
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Quando l’essere intelligenti conta più dell’essere belli

“Il bello di essere intelligenti è che ci si può fingere stupidi mentre il contrario è praticamente impossibile”

E’ il concetto di “intelligenza” che confonde le persone, si crede sempre che intelligenti siano coloro che interagiscono con le persone mostrando un segno di accondiscendenza verso le opinioni altrui. In realtà l’essere intelligenti è qualcosa che va oltre un preconcetto. Molte delle persone in gamba, non sanno neanche di esserlo. Molte delle persone “belle” sanno di esserlo e fanno di tutto per valorizzare il proprio aspetto.

Perché allora ci costa così tanto ammettere di essere intelligente e così poco per essere belli? La nostra mente è un enorme cabina postale, riceviamo e inviamo segnali al nostro corpo, verso le altre persone, in un modo che non è possibile semplificare.

La psicologa Laura Bellodi, psichiatra, direttore del Centro disturbi d’ansia dell’Ospedale San Raffaele di Milano racconta: “Sono spesso pazienti giovani ed intelligenti a soffrire di fobia sociale. La loro è una sofferenza che fa davvero dispiacere. Perché, in un mondo che richiede risposte brillanti e immediate, si sabotano con una condotta di evitamento. Una volta sarebbero state persone semmai etichettate come schive, introverse”.

La società non lascia spazio a questi “artisti” delle emozioni. Uno studio americano ha dimostrato che il 70% delle persone intelligenti soffre la propria condizione sociale. In un mondo in cui, la società è sempre più malata, legata all’apparire piuttosto che all’essere, questi individui si sentono totalmente inutili e incompresi, credendo di essere sbagliati in un mondo, che non dice loro di non esserlo e che al contrario li induce a pensare di essere imperfetti, perché non canonizzati con la società.

“C’è imbarazzo culturale: standard sociali così alti rendono faticoso distinguere tra un ragazzino timido (desidera ritirarsi dall’interazione sociale), uno introverso (ha un sentimento di diversità e beneficia della solitudine) e uno patologico”.

“Gli introversi spesso capiscono di essere più intelligenti della media e magari hanno anche una bella vita: fissano il mare, le stelle o un libro, più che le facce altrui”.
Nicola Ghezzani, psicologo e psicoterapeuta romano.

Federica Verdoliva
Federica Verdoliva
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