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L’importanza della mediazione culturale nella globalizzazione aziendale

La globalizzazione è un fenomeno iniziato intorno alla fine degli anni novanta e ha ha coinvolto tutto il mondo. Molte barriere sono state eliminate ed è stato possibile raggiungere luoghi che mai si sarebbe pensato di poter contattare senza doversi muovere dal proprio Paese.

Anche all’interno degli ambienti di lavoro la globalizzazione ha comportato l’intervento di cambiamenti che non si possono ignorare: ormai tutte le aziende devono avere una vocazione internazionale per poter competere sui mercati principali, e solo chi si dimostra in grado di aggiornarsi anche da questo punto di vista, ha la possibilità di sopravvivere.

Un elemento importante in un mondo che ha sempre meno barriere è costituito proprio dalla capacità di applicarsi in quella che possiamo definire “mediazione culturale”. Essa consente di gestire i rapporti con gli altri paesi, e con persone straniere, nel miglior modo possibile per tutti.

La funzione della mediazione culturale

Nel rapportarsi a persone che provengono da background differenti e da un paese che non sia il proprio, sarà fondamentale tenere in considerazione alcuni comportamenti da mettere in pratica. non bisogna semplicemente tradurre le proprie parole per poter conversare, ma al fine di avere con questa un rapporto fruttuoso, bisogna conoscerne la cultura, i modi di dire e di fare,per evitare di incappare in errori grossolani, finendo per farsi fraintendere o peggio per offendere l’interlocutore.

Un mediatore culturale ha la funzione di aiutare chi ha la necessità di avere contatti con l’estero a trarre il meglio da questa esperienza sotto differenti punti di vista.; questa figura professionale potrà insegnare quali sono le usanze e le caratteristiche peculiari del paese con il quale si hanno contatti, oltre a fare lui stesso da interprete. È quindi molto più di una persona che semplicemente traduce le frasi di entrambi, ma aiuta le varie parti a capirsi bene tra di loro, facendo sì che queste siano a proprio agio, inserendole in un ambiente che spesso non è congeniale ad almeno una delle parti.

Ad esempio, uno straniero che si occupa di realizzare una consulenza informatica per un’azienda italiana potrebbe incontrare delle difficoltà sia per il suo modo di esprimersi, sia per la necessità di spiegare concetti talvolta difficili a chi non proviene dal suo stesso ambiente, focalizzandosi su modalità e punti differenti da quelli che sceglierebbe un italiano e viceversa. Per questo motivo alcune aziende come ad esempio Arka-service.it, hanno formato un team di persone specializzate in questo compito, provenienti da diversi paesi, così da rispondere al meglio a questa esigenza.

Il mondo del lavoro

Nelle relazioni lavorative, come del resto in altre, non è importante solamente ciò che si dice, ma anche tutta la serie di messaggi non verbali che possono essere espressi dagli interlocutori. Uno straniero può ritenere che avere un atteggiamento troppo amichevole sia sconveniente, mentre per altri il fatto di essere troppo freddi può sembrare un segno di scarso interesse e di limitato coinvolgimento. Se si cerca di creare una sede all’estero o se da lì derivano i propri guadagni, questo discorso è da tenere in altissima considerazione.

Per questi motivi la mediazione culturale assume sempre di più un ruolo centrale nel mondo degli affari e anche nella vita quotidiana e le aziende dovrebbero investire delle risorse anche in questo campo. Questo soprattutto perché solo chi saprà diventare davvero internazionale, avrà una reale chance di sviluppare il proprio lavoro anche al di fuori dei confini della propria nazione, senza dover temere la concorrenza delle imprese provenienti da altri Paesi.

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