venerdì, Aprile 19, 2024
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In lotta con l’abitudine: è davvero più facile cambiare religione che caffè?

La rassegnazione è diventata sacrosanta e la lotta contro monotonia spreco di energie?

Da quando Proust è diventato un fenomeno pop e non più il suono di uno starnuto, zampillano in rete sue citazioni. L’umanità è sorprendente. “Se l’abitudine è una seconda natura, ci impedisce di conoscere la prima, della quale non ha né la crudeltà, né gli incanti.” Il nostro amato Marcel era, a quanto pare, un inguaribile abitudinario, seppur riconoscendo il deleterio grigiore che ne deriva. Le lamentele quotidiane, la stanchezza del lavoro, dei rapporti umani diventano piano piano la normalità. L’abitudine è una moneta a due facce, rende tutto meno eroico, ma più comodo. Senza farci caso passiamo lentamente dal dire “farò così” ad “è andata così”. Tutto, perfino ciò che abbiamo amato, diventa stantio, opaco e viene inghiottito dalla monotonia.  Le promesse della vita sono dimenticate e trovare, ogni giorno, flebili istanti di pienezza sembra un’utopia. E’ quindi sacrosanta la rassegnazione e spreco di energia la lotta contro l’abitudine?

Nel ritorno dell’uguale la novità rompe il circolo vizioso. Il requisito fondamentale è l’attenzione, ogni attimo sottoposto a occhi svegli, vigili, nuovi. Gli anni sono il peggior nemico della meraviglia, perdere vigore e la giusta concentrazione, è facile. La fatica è ricordarci che siamo noi a dover provvedere alla novità. Siamo necessari, irripetibili e la nostra unica attenzione fa la differenza nella nostra di vita e forse anche in quella di altri. Rinnovare un mondo stanco è tutto ciò che abbiamo da dare. Questo è il segreto degli eroi del quotidiano che faticano e non si stancano.

Esiste una definizione al limite tra la sorpresa e la patologia il jamais vu. Il contrario del dèja vu è quando incontri le stesse persone o visiti gli stessi posti in continuazione, ma ogni volta è come fosse la prima. Tutti sono sconosciuti, sempre. Niente risulta mai familiare. La novità che ci circonda è infinita possibilità, e la nostra responsabilità è goderne e qualche volta raccontarla.

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