martedì, Aprile 23, 2024
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Quartieri Spagnoli, il nuovo oratorio per dire no alla camorra

Un tavolo da ping pong, un biliardino e tanti colori per dire no alla camorra. Tra i vicoli dei Quartieri Spagnoli, conosciuti solo come tana di clan e famiglie camorriste, c’è un’altra realtà che cerca di affermarsi.  E’ la chiesa di San Francesco e Matteo, in vico Lungo San Matteo 44: da anni parroci, bambini e famiglie lottano insieme per un futuro diverso. Con la ristrutturazione dell’oratorio oggi quel futuro ha il sapore di un locale luminoso e di mura ridipinte.

Il progetto nasce dall’incontro tra le mamme, il giovane parroco Sergio, un gruppo di imprenditori privati e l’assessore alle politiche giovanili Alessandra Clemente. Il luogo è sempre lo stesso, ma grazie a un investimento di sette mila euro non è più un buio scantinato. I locali sono stati isolati per arginare i problemi di umidità, le pareti sono state imbiancate e decorate dal giovane artista, Raffo. Il ping pong, il biliardino e il divertimento faranno il resto.

Una ristrutturazione che serve soprattutto a dimenticare quel giorno in cui il pregiudicato Antonio Mocci decise di nascondersi nella palestra dell’oratorio. La paura prese il sopravvento e il locale rimase chiuso per una settimana.  «L’oratorio è diventato tristemente famoso dopo l’agguato del 19 novembre – racconta Adele, una mamma – ma noi che qui ci viviamo siamo quotidianamente spaventati dalla violenza. Quell’episodio è stato solo una triste conferma. Perciò il lavoro di padre Sergio con i ragazzi e il suo entusiasmo per noi sono una boccata d’ossigeno. Si inventa di tutto. Li coinvolge in gite, tornei di calcetto, pur di tenerli lontani dalla strada. Solo che il suo lavoro non era facile in un oratorio buio e umido».

Ora però si volta pagina: «Grazie all’interessamento di queste persone, ora abbiamo anche un campetto dove andare a giocare gratuitamente e un pulmino per andare ai tornei», spiega Padre Sergio. Il campetto è quello di Santa Chiara dove i ragazzi dei Quartieri potranno andare ad allenarsi tutti i lunedì.  Un nuovo inizio che per Alessandra Clemente non è solo merito del Comune, perché «è la città che si prende cura di se stessa». Padre Sergio sulle pareti colorate dal Vesuvio e dai colori dell’Ordine di Santa Maria della Mercede ha fatto scrivere “Liberi per liberare”, un insegnamento che grazie all’oratorio può arrivare fino ai bambini.

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