giovedì, Aprile 25, 2024
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Napoli, tribunale dei minori: sezione del tribunale ordinario?

Mentre le baby gang dilagano nel territorio napoletano, i parlamentari discutono riguardo al futuro del tribunale per i minorenni. In ballo c’è il progetto di trasformare i tribunali e le procure  in sezioni specializzate dei tribunali ordinari. A dire di no è l’esperienza di Maurizio Barruffo, presidente vicario dell’ufficio dei Colli Aminei che ogni giorno amministra la giustizia minorile in tutto il distretto della Corte di Appello.

«Nella situazione di degrado in cui versano Napoli e il nostro Mezzogiorno – dice Barruffo- sopprimere il tribunale per i minorenni sarebbe come chiudere il pronto soccorso in un ospedale di frontiera. Così rischiamo di perdere completamente i ragazzi che cerchiamo di salvare. È questo che si vuole?». La riforma fa già discutere gli addetti ai lavori e Barruffo, 61 anni, da dodici anni giudice minorile e prima pm degli affari civili: «Mi sembra una follia. Noi siamo, mi si passi il termine, il giudice dell’abbandono, del degrado. Vediamo bambini ogni giorno. Non possiamo avere la distanza che, comprensibilmente, caratterizza il giudice ordinario. Adesso si vorrebbe togliere un presidio dal territorio per delegare l’abbandono a una sezione specializzata».

Al tribunale dei minorenni lavorano 16 magistrati, più 84 unità di personale amministrativo. Ogni anno sono in media 750 i casi di adozioni internazionali e nazionali che vengono esaminati dal tribunale. Un lavoro faticoso ma agevolato da «un sistema – racconta il presidente- che consente di elaborare on line la domanda di adozione e la formazione di un fascicolo digitalizzato. Chi ha fatto richiesta, può consultare al computer, in tempo reale, a che punto è la sua domanda, mantenendo inalterate le garanzie di riservatezza». Sistema che sembra funzionare a dovere: «Non abbiamo arretrato – afferma Barruffo – avremo al massimo quindici fascicoli che risalgono a una data precedente al 2013. Ognuno di noi ha il telefono sulla scrivania per mantenersi in contatto continuo con i servizi sociali, con la Regione e con i Comuni del distretto», continua Barruffo.

Anche il luogo in cui si trova il Tribunale può aiutare i giovani. Come si sentirebbero i ragazzi a camminare per il centro direzionale insieme a uomini in giacca e cravatta? Al Bar dei Colli Aminei, invece, lavorano anche due ragazzi dell’area penale. La domanda che Barruffo si pone in questo momento è una sola: «In questi giorni si parla tanto dell’allarme baby gang. Il Ministero ha mandato l’esercito, si pensa di modificare le sanzioni per i sedicenni. E poi, dall’altra parte, si ipotizza l’eliminazione dei tribunali per i minorenni. Tutto si può fare. Ma perché chiudere il pronto soccorso?».

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