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Shimon Peres: morto l’ultimo grande statista israeliano

Shimon Peres è deceduto  alla veneranda età di 93 anni a Ramat Gan in Israele il 28 settembre 2016.  Quest’uomo è stato fondamentale per la formazione dello stato sionista, ma anche per renderla la nazione più potente del Medio Oriente.

In effetti è stato eletto Presidente d’Israele nel 2007 e ha mantenuto questa carica sino al 2011. Ma i successi e gli eventi importanti della sua vita non si riducono solamente a questo. Lui è un ebreo di origini polacche che nel 1934 si è trasferito con tutta la famiglia a Tel Aviv, scappando così all’invasione tedesca che sarebbe arrivata nello stato polacco solo 5 anni dopo. Nel 1943 ha avuto inizio la sua carriera politica e nel1946 è stato nominato segretario del giovane movimento labourista israeliano  per poter così partecipare al 22° Congresso Mondiale Sionista  dove incontrò per la prima volta Ben Gurion divenendone un protetto.  In seguito iniziò anche la sua carriera militare: entrò, nel 1947,a far parte dell’Haganah e poi, dopo la formazione del neo-stato,  Shimon Peres iniziò a lavorare al Ministero della Difesa per armare Israele. Grazie a lui molte battaglie furono vinte nei vari conflitti arabo-israeliani.

Nel 1977 ha ottenuto per la prima volta la carica di Primo Ministro, in sostituzione a Robin, accusato di evasione. Da allora salì varie volte al potere per il Partito Labourista israeliano, ma scontrandosi sempre con i suoi avversari. Della sua carriera politica si ricorda soprattutto il Premio Nobel per la Pace vinto nel 1994 con Yasser Arafat per la firma dei Trattati di Oslo, che egli ci tenne sempre a rispettare.

Ma nella sua vita non ci sono solo fatti positivi. Shimon Peres è stato cacciato dal partito Maipei (partito che poi darà vita al Partito Labourista) nel 1956 in seguito alla scoperta della sua implicazione nell’Affare Lavon. In pratica l’eroe israeliano stava organizzando un’operazione segreta in Egitto che consisteva nel porre ordigni esplosivi all’interno di obiettivi civili egiziani, americani e britannici come cinema e biblioteche. La colpa sarebbe dovuta ricadere sugli egiziani stessi o sui Fratelli Musulmani. Questo avrebbe dovuto creare un clima di tensione tale da convincere gli inglesi a restare nel Canale di Suez. Ma l’impresa fallì. Lo stato d’Israele per circa 51 ha negato l’esistenza di quest’operazione segreta.

Inoltre sostenne la politica di Ariel Sharon di usare l’esercito israeliano contro la guerriglia palestinese e per sradicarla, non sempre con metodi “giusti” dallo stato sionista in seguito alla prima Intifada. Inoltre nel 1996 ha autorizzato, in qualità di Primo Ministro un attacco aereo chiamato Operazione grappoli d’uva nel Sud del Libano contro Hezbollah, perché la milizia sciita aveva ucciso 2 militari israeliani. Ciò causò in un bombardamento con gli aerei la morte di 102 persone nella base delle Nazioni Unite, di cui la maggior parte civili scappati dalle zone del conflitto.

Per molti anni Shimon Peres è stat visto come il falco della politica israeliana, ma negli ultimi anni sembrava essersi trasformato in una colomba, pronta a porgere il ramoscello di ulivo ai Palestinesi. In Occidente sembra esser visto come un uomo di pace e fratellanza, quando in realtà rimarrà per sempre un grande statista che aveva capito come vanno le cose in questo mondo.

 

 

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