venerdì, Aprile 26, 2024
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Siria, i Curdi proclamano l’autonomia nel nord del paese

I curdi siriani hanno dichiarato la nascita di una regione autonoma nel nord della Siria.
La notizia è stata diffusa dalla televisione panaraba Al-Jazeera, che ha intervistato Idris Nassan, il responsabile per le relazioni internazionali del cantone di Kobane.
Secondo il membro del Partito dell’Unione Democratica (PYD), principale partito curdo-siriano, verrà creata un’area autonoma e democratica, che comprenderà tutti i gruppi etnici e religiosi presenti nella regione.

I confini di questa nuova entità territoriale, che assumerà il nome di “Federazione del nord della Siria“, non sono stati ancora stabiliti, ma dovrebbero sicuramente comprendere i tre cantoni curdi di Jazira, Kobane e Efrin (anche noti, se considerati insieme, col nome di Rojava).
Nassan ha aggiunto che “un accordo sulla proclamazione di una federazione” è stato raggiunto ieri, 16 Marzo, nella città di Rmeilan, nella provincia siriana di Hassakeh, da 200 delegati curdi, arabi e di altre fazioni (armeni, turkmeni, ceceni etc…).

Tuttavia, il governo siriano e i membri dell’opposizione hanno rigettato la dichiarazione di autonomia, contestando l’assenza di una qualunque base legale.
Anche la Turchia, che confina per 900km con i territori del Rojava ed impegnata proprio in questi giorni a combattere contro il PKK, si è opposta fermamente.
Un funzionario del ministero degli esteri ha dichiarato: “Ankara sostiene l’unità nazionale della Siria e non considera valida alcuna iniziativa federale unilaterale“.
Posizione, questa, condivisa dagli Stati Uniti (storicamente in buoni rapporti col popolo curdo), che temono un’ulteriore destabilizzazione della regione.

Come evolverà adesso la situazione sul campo non è ancora chiaro.
La minoranza curda, in Siria (come in Iraq), è stata determinante nella lotta contro l’avanzata dell’Isis ma, tuttora, non le è riconosciuto un ruolo nel processo di pace.
Il PYD, infatti, non è stato invitato alla conferenza di pace di Ginevra, per venire incontro ai desideri del governo turco, che lo vede come un estensione del PKK.

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