venerdì, Marzo 29, 2024
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The Black Crows: polemiche in Arabia Saudita

The Black Crows è il nome della serie tv mandata in onda dal canale Mbc in Arabia Saudita. Lo show tratta tematiche molto delicate come la condizione della donna sotto lo Stato Islamico ma soprattutto il fenomeno della “jihad del sesso“.

Da quando Abu Bakr al-Baghdadi, nel giugno 2014, ha proclamato la nascita del Califfato, migliaia di donne provenienti da tutto il Medio Oriente si sono unite ai militanti dell’Isis per diventare delle schiave del sesso a servizio degli islamisti. Questa forma di prostituzione proviene da un profondo fanatismo religioso.

La serie sta avendo un discreto successo ma i produttori hanno ricevuto tantissime critiche e sono stati marchiati come “colpevoli di screditare l’Islam nel suo complesso e non solo lo Stato Islamico“. Ad esempio, il giornalista Moussa Alomar ha scritto sul suo profilo Facebook che il “jihad del sesso” non esiste e sarebbe un’invenzione del canale televisivo Al Mayadeen (sciita) al fine di screditare l’opposizione siriana. Ancora, l’attivista siriano anti-governativo Khaled Shaaban sostiene che “The Black Crows cerca di dipingere le donne musulmane come delle assetate di sesso”.
Lo sceicco Muhammad Albarrak ha criticato il canale televisivo e la serie, sostenendo che “la Mbc non si fa problemi a infangare la fede dei sunniti e danneggiare il loro orgoglio”. Lo studioso saudita e ricercatore Khaled Alalkami, inoltre, afferma che “The Black Crows ritrae gli studi religiosi e il Corano come motivo di terrore. I produttori si sono fusi il cervello (nero)”. Lo studioso scrive sul suo profilo Twitter: “Si tratta di un tentativo sporco e patetico di attaccare l’Islam con quella menzogna chiamata jihad del sesso. A tutte le persone dotate di buon senso, è evidente che si tratta di una bugia completamente inventata. I produttori di The Black Crows mentono e credono alle loro menzogne”.
Il medico saudita Sunhat Aluteibi scrive: “The Black Crows è uno spettacolo sciita che ha sposato l’ideologia dell’Iran, uno show che diffonde le rivendicazioni e le accuse degli sciiti allo scopo di attaccare la fede dei sunniti, tutto questo alla luce del giorno e durante il Ramadan”.
L’attivista saudita Abdullah Almuneifi afferma: “L’emittente ha diffuso la spericolata menzogna del jihad del sesso e lo attribuisce ai musulmani (sunniti) che sono totalmente innocenti, il tutto al fine servire gli sciiti”.

Dopo tutte queste affermazioni, la domanda sorge spontanea: se la pratica del jihad al-Nikah, ovvero la jihad del sesso è tutta una menzogna, come mai lo Stato Islamico a Mosul ha giustiziato oltre 250 donne che si erano rifiutate di concedersi ai terroristi o di accettare i matrimoni a tempo?