Il prossimo 27 gennaio uscirà un libro che racconta e spiega la vita di uno degli artisti italiani più importanti: Luigi Tenco. Il cantautore non ricevette in vita l’apprezzamento riscoperto, invece, dopo la sua morte ma proprio per questo è interessante capire la sua psiche e i testi delle sue canzoni. Il giornalista Mario Campanella e lo psichiatra Gaspare Palmieri hanno, quindi, deciso di dedicargli una biografia intitolata “Forse non sarà domani”.
Si è scritto tanto sul suicidio di Tenco (da cui, ormai, sono passati 50 anni), sul suo amore per Dalida e sul suo modo di interpretare il ruolo dell’artista ma forse, molto probabilmente, il tormento di quest’uomo era dovuto ad esperienze giovanili, familiari che l’avevano portato a non fidarsi molto delle altre persone. Infatti, è risaputo che il giovane artista ha risentito della mancata paternità del benestante Ferdinando Micca (Torino).
Luigi Tenco aveva 29 anni quando ha scelto di andare via, nella sua stanza sanremese, dopo aver cantato “Ciao Amore Ciao”. Il brano fu eliminato dalla gara del Festival ma è diventato un pilastro della nostra musica e chiunque si avvicini lo fa con estrema delicatezza e grande timore perchè rimarrà legata per sempre ad un periodo oscuro, buio e triste. Una delle interpretazioni, però, migliori e recenti è stata quella di Marco Mengoni al Festival di Sanremo del 2013. Commosso e commovente l’artista di Ronciglione è riuscito a trasmettere il senso di ciò che cantava, anche a chi aveva paura che si stesse facendo un autogol.
