Ancora una magra figura per l’Inter in Europa League. Dopo il tonfo in casa contro la non eccellente squadra israeliana dell’Hapoel Beer Sheva, la squadra di Frank De Boer torna dalla trasferta di Praga con le ossa rotte ed un pesante zero sulla casella dei punti nella competizione europea. I nerazzurri si presentano alla sfida in casa dello Sparta Praga con una formazione rimaneggiata non certo per infortuni o squalifiche, ma per scelta tecnica: decisioni che fanno tornare in auge i dubbi circa l’importanza attribuita all’Europa League da parte delle squadre italiane. Davanti ad Handanovic confermato Ranocchia dopo la buona prestazione contro il Bologna a fianco del rientrante Murillo, con D’Ambrosio ed il giovane Miangue a spingere sulle fasce. Fiducia a Gnoukouri e l’esperto Felipe Melo, con Candreva, Banega ed Eder ad agire alle spalle dell’argentino Palacio.
Già dopo 7 minuti la difesa nerazzurra mostra tutti i suoi limiti, quando Kadlec approfitta di un’incertezza del duo Melo-Murillo e batte Handanovic. ll ceco si ripete al 25′ quando su una punizione battuta dalla trequarti, tutta la retroguardia dell’Inter si esibisce in un inquietante immobilismo che permette al giocatore dello Sparta Praga di segnare in tutta tranquillità. Nella ripresa i padroni di casa hanno subito un’occasione per il terzo gol, fallita da Karavaev. De Boer cerca di svegliare la squadra buttando nella mischia Perisic per Candreva e Icardi per Gnoukouri. E’ proprio l’argentino a toccare per Eder che trova immediatamente Palacio, il quale solo davanti al portiere non sbaglia. Ranocchia però rovina tutto poco dopo, facendosi espellere. I cechi chiudono il conto con Holek, che segna sugli sviluppi di un calcio di punizione.
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