mercoledì, Aprile 24, 2024
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Intervista a Silvia Maira: autrice di “Un cuore a metà”

Ha inizio quest’oggi la rubrica LIBeRI, un regalo che DailyNews24 dedica a tutti i suoi lettori appassionati di libri. La rubrica mira, attraverso interviste dettagliate, a presentarvi, settimana dopo settimana, alcuni dei più promettenti scrittori emergenti e le loro opere. Oggi è il turno di Silvia Maira, autrice di “Un cuore a metà”.

Trama – Aida Leone è una trentenne siciliana, agente immobiliare con una famiglia normale e un’amica di vecchia data, Mila, il cui legame è più forte di un vincolo di sangue. All’improvviso, in un freddo giorno di dicembre, la sua vita tranquilla viene sconvolta dall’incontro con Ruggero Serravalle, facoltoso e affascinante imprenditore romano, trent’anni più grande di lei. Tra i due scoppia una passione forte e travolgente, che sembra superare ogni ostacolo, sociale e generazionale. Ruggero si troverà ad affrontare la famiglia di Aida: le perplessità di papà Pietro, che ha la sua stessa età e di mamma Lucia, che avevano immaginato al fianco della loro figlia un uomo più giovane. Aida, dal canto suo, si scontrerà con l’anziana madre di Ruggero, una donna di ottanta anni dal carattere forte e volitivo, che ha un forte ascendente sul figlio e che vive nel ricordo della moglie di Ruggero, deceduta qualche anno prima, a cui la donna era molto affezionata. Può un amore e un’attrazione così forte superare tutte le difficoltà?

Ciao Silvia, una cosa che chiederemo a tutti i nostri autori è di raccontarci il momento esatto in cui le storie che narrano e l’idea di articolarle in un libro hanno fatto capolino per la prima volta nelle loro menti. Ti andrebbe di raccontarci quando e come è nato “Un cuore a metà”?

“Un cuore a metà” è nato per caso, come dico sempre. Non c’era un progetto preciso di voler scrivere un libro. Una persona a me cara era deceduta da poco, lasciandomi dentro il vuoto della sua assenza, facendomi sentire un po’ più sola. Ho avuto il bisogno di dar sfogo alle mie emozioni in qualche modo. Le mie passioni sono sempre state la musica, la lettura e la scrittura. In quel momento ho sentito il bisogno di scrivere. Così ho preso un foglio di carta e una penna (sì, perché “Un cuore a metà” l’ho scritto senza pc, a mano!) e ho iniziato a scrivere, immaginandomi una casa, un paese e una protagonista e poi, pian piano, la storia è venuta da sé.

C’è un personaggio di “Un cuore a metà” nel quale ti identifichi? Se si, cosa vi accomuna e cosa invece vi differenzia?

Sembrerà strano, ma il personaggio di “Un cuore a metà” nel quale mi identifico è un uomo ed è Johnny. Ci accomuna innanzitutto la passione per la musica. Lui è un cantante ed è la voce solista dei Four Seasons, a me piace cantare e faccio parte di un coro. Mi piace il suo modo di vivere e di vedere la vita. Johnny è una persona semplice, legato alla sua famiglia e ai suoi amici. In questo siamo molto simili. Ciò che ci differenzia? Non ho mai guidato un Vespone e in genere non sono una fanatica né delle due ruote e né delle quattro ruote. Quando posso, cammino a piedi.

Cosa pensi della forte differenza d’età all’interno di una coppia, nella vita reale? Tu avresti potuto amare un uomo con il doppio dei tuoi anni, con la stessa intensità con cui Aida ha amato Ruggero?

Penso che in una coppia gli elementi fondamentali siano l’amore, il rispetto, la stima, l’amicizia e la fedeltà. In una coppia con una grossa differenza di età, come nel caso di Aida e Ruggero, credo ci voglia molta comprensione. Mi sono chiesta diverse volte cosa avrei fatto io se fossi stata al posto di Aida. Credo che se avessi incontrato “il mio Ruggero”, cioè proprio lui, quello di “Un cuore a metà”, mi sarei comportata come Aida. Ne sarei stata travolta e affascinata, conquistata e innamorata e forse anche io non avrei dato ascolto ai sani consigli di un genitore.

Come avresti reagito, se al posto di Aida, ti fossi ritrovata a dover affrontare donna Sofia?

Con una persona come donna Sofia c’è poco da fare e da dire. E’ una bigotta, retrograda, snob. Chiusa nel suo mondo, è orgogliosa, testarda ed egoista. Sarei scappata anch’io e ciò non solo per donna Sofia e per l’influenza che ha nella vita del figlio, ma soprattutto per l’atteggiamento di Ruggero. Aida ha un forte senso della sua dignità. E’ una persona per bene, cresciuta in una famiglia per bene e non può accettare le accuse infondate di donna Sofia. Si protegge, difende se stessa e fugge. Si aspettava che il suo uomo, così maturo rispetto a lei, sapesse difenderla da tutto e da tutti. Anche qui Ruggero si mostrerà umano ed emergeranno le sue debolezze.

Durante la stesura del libro ti sei mai ritrovata a pensare di non potercela fare? Di non riuscire, alla fine, a portare a termine la storia?

In realtà no, perché il libro non è nato con un progetto preciso. “Un cuore a metà” è stato scritto nell’arco di un anno e io stessa non sapevo come sarebbe andata a finire. Ad un certo punto ho capito che la storia era finita, che era il momento di mettere il punto. Poi, durante la scorsa estate, anche su richiesta di lettori appassionati, ho fatto rivivere i protagonisti in “Quel sottile legame del cuore”, meno di quaranta pagine, tre capitoli, che rappresentano tre periodi diversi della vita dei protagonisti, in cui i destini di Aida, Ruggero e Johnny si intrecceranno ancora una volta. E anche lì se ne vedranno delle belle!

Senza svelarci troppo, ci sono stati dei momenti in cui, dovendo articolare la trama del libro, ti sei ritrovata a combattere con te stessa? Con ciò che invece avresti fatto tu al posto di Aida?

No, non credo. Per quanto non mi identifichi del tutto in Aida, ho condiviso ogni sua scelta. Aida è un personaggio che amo, perché è umana, non una donna sicura di sé, che sa tutto e sa fare tutto, che non ha dubbi e debolezze. Aida è una donna che si ritrova in una situazione per lei completamente nuova, Aida non aveva mai immaginato di potersi innamorare di un uomo trent’anni più grande di lei. Infatti nel libro dico spesso che era stata travolta da questo sentimento, un amore non voluto, non cercato, ma al quale non era riuscita ad opporsi. E, come lei, anche Ruggero.

Dopo “Un cuore a metà” hai preso consapevolezza di voler diventare una scrittrice oppure la pubblicazione di questo libro rappresenta per te un evento isolato?

“Un cuore a metà” non è nato con l’idea di essere pubblicato, ma voleva essere un’opera nata per diletto. Sono stata incoraggiata a tentare la strada della pubblicazione da persone a me vicine, che avendolo letto, mi hanno spinta a farlo. Dopo “Un cuore a metà” e “Quel sottile legame del cuore” non mi sento una scrittrice, ma mi piacerebbe diventarlo. Ho continuato a scrivere, ho altri progetti. Scriverò fintanto che mi emozionerò nel farlo e saprò fare emozionare con i miei libri.

Ti va di raccontarci qualcosa in merito a progetti futuri?

Nel 2016 uscirà il mio nuovo libro. Attualmente è in fase di editing ed è una storia completamente diversa da “Un cuore a metà”. C’è stato dietro un progetto, una storia ben costruita, personaggi studiati. I sentimenti, la famiglia e l’amore sono sempre gli elementi fondamentali, ma forse è più intenso e sorprendente del primo. Saranno i lettori a dirlo, arbitri e giudici dei nostri scritti e linfa vitale per noi che scriviamo. Mi sto cimentando anche in una raccolta di racconti per bambini, ma è ancora un progetto in fase embrionale che spero riuscirò a concretizzare entro quest’anno.

Infine, vorremmo che ci lasciassi con un piccolo estratto di “Un cuore a metà”. Un passaggio che ti è particolarmente caro e che, senza anticiparci troppo, ci catapulti per un attimo nel mondo di Aida.

Ho scelto un passaggio di “Un cuore a metà” che rappresenta l’inizio della storia d’amore tra Aida e Ruggero e la sintesi del sentimento che li unisce.

«Buon anno anche a te, Ruggero», gli sussurrò all’orecchio e, mentre in pista si ballava una samba, Aida, complice l’atmosfera, prendendolo completamente alla sprovvista, lo baciò sulle labbra. Fu un attimo, ma lei sentì le farfalle nello stomaco e i fuochi d’artificio in testa. Lo stesso fu per Ruggero che ne rimase completamente disorientato. E, mentre gli altri ballavano al ritmo di samba, loro ballavano un lento al ritmo del cuore, abbracciati. […]. Avevano la fronte appoggiata l’uno all’altra, i loro nasi si sfioravano. Non erano mai stati così vicini. Si guardarono e si sorrisero, entrambi sapevano che era capitato loro qualcosa di magico e di raro. Sapevano che, nonostante la differenza di età, si erano innamorati l’uno dell’altra.

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