sabato, Aprile 20, 2024
HomeAttualità35 anni da Chernobyl: l'Ucraina chiede che la centrale diventi patrimonio dell'umanità

35 anni da Chernobyl: l’Ucraina chiede che la centrale diventi patrimonio dell’umanità

A Trentacinque anni di distanza dal disastro, la zona attorno alla centrale atomica di Chernobyl esplosa il 26 aprile del 1986 è ancora chiusa, visto che il pericolo di contaminazione nucleare è ancora presente. Ma negli ultimi anni ha preso piede l’idea di trasformare quell’incubo in una risorsa culturale, turistica e soprattutto economica per l’Ucraina. Tanto che il governo sta lavorando per poter chiedere di inserire Chernobyl tra le aree dichiarate dall’Unesco patrimonio mondiale dell’umanità. Sembrerebbe un’contro senso accostare una centrale nucleare alle Dolomiti, se non fosse per l’assoluta convinzione di tutti i vertici del Paese, a partire dal presidente Zelensky, convinto che la zona di esclusione potrà diventare una grande attrazione turistica.

Zelensky è apparso entusiasta: «È il momento di smettere di impaurire la gente; occorre trasformare il luogo in una calamita scientifica e turistica. Creeremo qui la terra della libertà che diventerà uno dei simboli della nuova Ucraina». L’area con un raggio di trenta chilometri attorno alla centrale è ufficialmente disabitata, anche se qualche centinaio dei vecchi abitanti continua a vivere nei boschi. Fanno parte della zona di esclusione i resti di diversi villaggi e città, tra le quali Prypiat e un colossale radar militare.

Ricordiamo che da cinque anni l’Ucraina ha creato una riserva naturale, primo passo per avviare la pratica di fronte all’Unesco. Difatti nella zona – grazie proprio all’evacuazione degli abitanti – in questi anni hanno proliferato gli animali, compresi orsi, lupi, alci e una razza di cavalli in via d’estinzione che sono stati introdotti di proposito nell’area. Grazie anche al clamore della serie televisiva sulle conseguenze del disastro del 1986, si è moltiplicato il flusso turistico ed il numerico di persone ammesse all’interno della zona per visite organizzate ufficialmente con breve durata, proprio per i pericoli legati alla contaminazione.

Alcuni sentieri sono stati trattati proprio per permettere il passaggio dei turisti, ma il resto del terreno, gli alberi e tutte le piante sono ancora pericolosi e lo saranno per moltissimo tempo, con emissioni di cesio, stronzio, plutonio e altre sostanze. Difatti dalle visite sono esclusi i minori di 18 anni, proprio perché più esposti al pericolo derivante dalle radiazioni. La zona viene usata anche per immagazzinare il combustibile spento delle quattro centrali nucleari ucraine in funzione. In più l’anno scorso un violentissimo incendio che ha colpito più di undicimila ettari di bosco ha rilasciato su tutta la zona particelle di cesio, facendo salire la radioattività fino a 16 volte più di quella naturale. Insomma ad oggi non è ancora il paradiso turistico che siamo abituati ad immaginare, nonostante le speranze di Kiev.

POTREBBE INTERESSARTI ANCHE...

ULTIMISSIME