giovedì, Aprile 25, 2024
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5 alternative alla commedia demenziale

5 commedie brillanti che ci allontanano dal cliché.

Se una volta avevamo un consistente lasso di tempo per prepararci all’invasione natalizia dei cinepanettoni, negli ultimi anni la commedia demenziale si è guadagnata al botteghino il posto fisso. 90 minuti garantiti di cliché, cadute, equivoci ridicoli, purtroppo anche volgarità, per il modico prezzo di qualche neurone. Gli ingredienti sono semplici: il marito fedifrago, l’amico brutto, la bella di turno e le battutine a sfondo sessuale. Una sana risata è terapeutica e, a fine giornata, aiuta a scrollarsi il lavoro dalle spalle. Vedere tutte le sere documentari sul processo di Norimberga corrisponde alla versione cinefila del sadismo. Fortunatamente esiste un’ampia fascia di pellicole che si posiziona al centro tra De Laurentis e Kubrick. Ecco 5 film che ci ricordano la differenza tra leggerezza e superficialità.

Quasi amici (2012)

Il ricco aristocratico Philippe (François Cluzet), diventato paraplegico a causa di un incidente di parapendio, assume Driss (Omar Sy), un ex detenuto, come badante. Il ragazzo è completamente privo di tatto e decisamente poco esperto. Nonostante ciò il loro rapporto lavorativo sfocerà in un’amicizia comica, profonda e inaspettata.

Qualcosa è cambiato (1997)

Melvin Udall, scrittore di romanzi interpretato da Jack Nicholson, vive in un appartamento a New York, vittima delle sue manie ossessivo compulsive e incapace di intessere relazioni umane. Melvin è iroso, scostante e perennemente infelice. Unica breccia nella sua vita monotona è il sorriso di una cameriera, Carol. Attraverso un percorso di crescita lo scrittore misantropo riesce, contro ogni previsione, a costruire un rapporto con la donna.

5 giorni fuori (It’s a kind of funny story) (2010)

Craig è un giovane diplomando con un futuro da uomo di successo dinnanzi a sé. Il ragazzo però, soffocato dalle aspettative della famiglia e dalla sua stessa ambizione, vive un momento di crisi che lo porta quasi al suicidio. L’adolescente sceglie invece di recarsi in un ospedale psichiatrico, dove lo ricoverano per 5 giorni. Craig, con l’aiuto degli strambi Noelle e Bobby, riesce a capire come affrontare la vita senza alienarsi.

 Una settimana da dio (2003)

Un esplosivo Jim Carrey è Bruce, un giornalista televisivo nella piccola città di Buffalo. Nonostante una vita serena e una splendida fidanzata (Jennifer Aniston), l’ambizione dell’uomo di ottenere servizi più impegnati lo rende incapace di godere di quello che già possiede. Dopo l’ennesima delusione lavorativa Bruce si scaglia contro un ipotetico Dio ingiusto, pensando di parlare da solo. Dio, interpretato da Morgan Freeman, non solo lo ascolta, ma gli affida i suoi poteri e i suoi oneri.

Così parlò Bellavista (1984)

Gennaro Bellavista (Luciano De Crescenzo) è un professore di filosofia in pensione che divide il mondo in due categorie: “gli uomini d’amore” , come i napoletani, e “gli uomini di libertà”, come i milanesi. Il delicato equilibrio del filosofo viene turbato quando nel suo palazzo di trasferisce un milanese puntuale e intransigente, il dottor Cazzaniga (Renato Scarpa). Per puro caso il professore avrà modo di scoprire che, dietro una facciata rigida, si nasconde nel dottore un uomo d’amore.

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