sabato, Giugno 21, 2025
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Agrigento, Agenzia delle Entrate. Arresti per tangenti

Tangenti, regali, assunzioni,tentativi di evadere verifiche e controlli fiscali hanno portato la Guardia di Finanza di Agrigento a notificare quindici misure cautelari, tra arresti, domiciliari e divieti di soggiorno. In carcere è finito un funzionario dell’Agenzia delle entrate, Vincenzo Tascarella, accusato di avere intascato una somma di denaro da una società. “Nella sua qualità di pubblico ufficiale – scrive la Procura – accettava la promessa di una somma di denaro per omettere atti del proprio ufficio e/o per compiere atti contrari ai propri doveri d’ufficio. Tascarella accettava la promessa della somma di denaro per favorire l’annullamento dell’avviso di accertamento da lui stesso emesso con un provvedimento di autotutela, piegando la propria funzione istituzionale di funzionario dell’agenzia delle Entrate all’interesse della società contribuente”.
L’inchiesta, coordinata dal Procuratore della Repubblica, Renato di Natale, dall’aggiunto Ignazio Fonzo e dal sostituto Andrea Maggioni ha condotto ai domiciliari, con obbligo di braccialetto elettronico, anche Marco Campione, rappresentante legale di Girgenti Acque, società che gestisce il servizio idrico ad Agrigento, e l’ex dirigente dell’Agenzia delle Entrate di Agrigento Pietro Pasquale Leto. A due medici coinvolti, Giovanni Crapanzano e Santo Pitruzzella, è stato imposto il divieto temporaneo della professione.
Durante la conferenza stampa il procuratore capo di Agrigento a detto: “È grave il fatto che fra le misure cautelari eseguite oggi, 8 persone sono dell’Agenzia delle Entrate. Impiegati e funzionari che anziché compiere il loro dovere, facevano di tutto per favorire gli interessi degli imprenditori. Ed è grave che vi fosse anche il direttore”.
I reati contestati sono: corruzione e falso materiale e ideologico compiuto da pubblico ufficiale. Le tangenti e i favori erano finalizzati all’annullamento o alla cancellazione di avvisi di accertamento, verifiche fiscali e pagamento di imposte, “insabbiamento” di accertamenti induttivi su verbali già elevati. Tra gli illeciti vantaggi per il gruppo di persone indagate c’erano impieghi per parenti presso società favorite, false attestazione di frequenza di corsi on-line; false attestazioni di fruizione di pasti; sponsorizzazioni ad associazioni “amiche” e generi alimentari.
Nel frattempo dalle Entrate sottolineano che stanno “assumendo tutti i provvedimenti contemplati dalla disciplina legale e contrattuale, a partire dalla sospensione obbligatoria del servizio fino al licenziamento e alla costituzione di parte civile nel processo penale”.

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