mercoledì, Aprile 17, 2024
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Aidan Gillen su Ditocorto: “I suoi piani non sono mai sicuri al 100%”

Aidan Gillen parla del suo personaggio e ci rivela la sua reazione dopo la morte.

Petyr “Ditocorto” Baelish era uno dei personaggi principali di Game of Thrones. Il suo essere manipolatore, doppiogiochista ed egoista lo hanno portato a creare caos tra le casate. Nella settima stagione ha dimostrato una cattiveria innata mettendo contro le due sorelle Stark come fece con Catelyn e Lysa. Purtroppo per lui, il piano è fallito poiché le capacità di Bran hanno portato alla luce i suoi sotterfugi.
Ma cosa pensa Aidan Gillen sul suo personaggio? EW lo incontrò per rispondere a questa domanda (e non solo…) prima della messa in onda della sua morte.

EW: Quando hai ricevuto l’infausta telefonata?
AG: L’infausta telefonata. Si capisce subito di cosa si tratta. Dan e David non ti chiamano mai – magari una volta in sei anni. Ho saputo dell’esistenza di questa telefonata da Michael McElhatton [Roose Bolton], quando mi ha detto che l’avevano chiamato e abbiamo parlato di come si sia sentito. E ho pensato che se avessi ricevuto quella telefonata – anzi, quando, visto che questo sarebbe successo prima o poi, con un personaggio come Ditocorto – mi sono chiesto come mi avrebbe fatto sentire. Questa serie fa parte della tua vita da così tanti anni che inizi a pensare, “Come sarà la tua vita quando finirai?”. È una grossa perdita.

EW: Quindi, come ti sei sentito?
AG: Ti senti un po’ in lutto – per il tuo personaggio e per la tua esperienza. Inoltre, ti fa pensare a quanto grande sia stata quest’esperienza durata sette anni, ed è stata davvero immensa.

EW: I creatori della serie hanno scherzato sulla cosa, o te l’hanno detto subito?
AG: Nessuno scherzo. Mi hanno solo promesso un “fiume di sangue”. Beh, non è stato proprio un fiume, ma mi hanno promesso più del povero Michael. È meglio morire alla fine [della stagione], con un buon arco narrativo, piuttosto che all’inizio del secondo episodio. Anche se sono solo in una manciata di episodi – come nella scorsa stagione, in cui sono apparso in meno episodi rispetto alle altre stagioni – una volta che il tuo personaggio fa parte di quel mondo, agli spettatori sembra che tu sia sempre presente. Quindi per me non è un fatto del numero di scene in cui appaio, a patto che quelle scene siano buone, sistemate a dovere e che il tuo contributo sia positivo. Allora alla gente sembra davvero che tu appaia sempre. Sono contento di aver finito con una buona storia.

EW: La strategia di Ditocorto di mettere Arya contro Sansa sembra molto rischiosa, fin dall’inizio.
AG: Il rischio c’è sempre, anche con i piani migliori. Si è messo in una situazione che potrebbe ritorcerglisi contro. Penso gli piaccia. I suoi piani non sono mai sicuri al 100%, ma lui gioca al tutto per tutto, come un buon scommettitore.

EW: Qual è stata la tua reazione al copione del finale?
AG: Ovviamente me l’aspettavo.

EW: Ma immagino non sapessi esattamente in che modo Ditocorto sarebbe morto, immagino.
AG: Avevo rilasciato un’intervista nel 2015 in cui mi si chiedeva come pensavo che sarei morto. Ho detto che pensavo che sarebbe stata Arya ad uccidermi. E quindi è stato come promesso. Anche nella scena stessa, come entra nella sala e Arya mostra il pugnale, sa che è stato scoperto.
Ha iniziato a sospettare qualcosa nel quarto episodio, quando Bran gli ha detto “Il caos è una scala”. L’idea che fosse solo una coincidenza era troppo grande. È da lì che il terreno inizia a mancarmi da sotto i piedi. A questo punto so che le cose che ho fatto in privato non sono poi tanto private.

EW: Non ho ancora visto la tua ultima scena, ma mi hanno detto che sei stato fantastico e che Ditocorto rivela delle emozioni che non avevamo ancora visto da lui.
AG: Non voglio dire troppo. Non voglio mostrare tutto il mazzo, lo voglio preservare. C’erano più sentimenti per Sansa di quanti non ne abbia dimostrato in passato. Diventa ovvio, è un addio emotivo. Ed è una posizione umiliante in cui ritrovarsi. È tornato nella stessa posizione umiliante che lo ha sempre spinto: il rifiuto da parte di Catelyn Stark, l’umiliazione da parte di Brandon Stark [il fratello maggiore di Ned] – di nuovo a quando l’ha aperto dall’ombelico alla clavicola e non l’ha ucciso [dopo il loro duello per Catelyn quando erano giovani]. È di nuovo in quella posizione.

EW: Com’è stato il tuo ultimo giorno?
AG: Il mio ultimo giorno sul set non è stato per quella scena. [L’esecuzione] è stata la seconda scena che ho girato. Mi è piaciuto farlo così – girare la morte e poi girare il resto, quello che è successo prima. Quando sai cosa deve arrivare ti rilassi di più nelle interazioni con gli altri. C’è qualcos’altro che filtra nella tua interpretazione – una sorta di serenità. Ma sì, girare la scena finale è stato un momento molto emotivo. E non voglio dire che ero triste, ma è un momento emotivo per il personaggio, quindi provavo quello che provava lui. L’ultimo giorno di lavoro Dan e David non c’erano, ma Bryan Cogman [produttore esecutivo] ha chiamato alcune persone, hanno detto qualche parola, c’era anche mio figlio. È stato bello. E ho preso la mia spilla con l’uccellino. Avevo già fatto sapere che la volevo, e sono riuscito sapientemente a farmene dare due. Una è del mantello e l’altra della tunica. Quindi mi sono preso sia quella grande che quella piccola – una per me e una per mio figlio.

EW: La tua scena preferita è quella in cui Ditocorto minaccia Ros? Ne hai parlato qualche altra volta.
AG: È una delle mie scene preferite. È stato un ottimo momento nella seconda stagione per imparare qualcosa in più su Ditocorto. Anche altre scene mi sono piaciute molto – la scena con Sansa, nel giardino, in cui la bacio mentre parlo di sua madre; è lì che iniziamo a vedere come tutto questo sia mischiato nella sua testa. Ho cercato di continuare a portare un po’ di calore e affabilità ad un personaggio che lavora nell’ombra, che è cattivo e un traditore. Pensavo fosse il mio dovere fare in modo che piacesse alla gente.

EW: Alla fine, si potrebbe dire che è stato meglio avere la morte con il climax crescente nel finale della settima stagione, invece che essere uno dei numerosi eventi dell’ultima stagione, giusto?
AG: Sai cosa, mi è andata proprio bene. Al personaggio è andata proprio bene. Dovevano snellire un po’ il cast. Non è un problema, davvero. La fine accade quando accade. Oltre quello non penso.

Valentina Sammarone
Valentina Sammarone
"Giornalismo è diffondere ciò che qualcuno non vuole si sappia; il resto è propaganda. Il suo compito è additare ciò che è nascosto, dare testimonianza e, pertanto, essere molesto." (Horacio Verbitsky)
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