Serie A, pronti via. Dopo una pausa più breve del solito, il campionato italiano è tornato con le scommesse calcio che confermano come anche quest’anno la Juventus sia la favorita numero uno per la vittoria dello scudetto e che sarebbe il decimo consecutivo per i bianconeri. Le principali pretendenti al titolo sono l’Inter ed il Napoli.
In attesa degli uomini di Conte che cominceranno il loro campionato con una settimana di ritardo sia i campioni in carica che i partenopei hanno vinto e convinto nella loro prima uscita. Entrambe le squadre sono guidate da due giocatori che hanno scritto pagine straordinarie della storia del Milan: Andrea Pirlo e Gennaro Gattuso.
Per parlare di loro, del calciomercato ancora aperto e di molto altro ancora, il Blog l’Insider ha deciso di intervistare uno dei più bravi e vincenti dirigenti sportivi d’Europa: Ariedo Braida. La sua carriera è legata indissolubilmente con la storia del Milan dove ha vinto una miriade di trofei. Così forte è il legame con la società rossonera che Braida, parlando di Pirlo, Gattuso ed anche di Filippo Inzaghi, quest’anno anche lui in A sulla panchina del neo promosso Benevento, li definisce dei “ragazzi meravigliosi”.
Dell’attuale tecnico juventino, Braida afferma che allenava già quando era in campo e che indubbiamente si è preso una grande responsabilità cominciando la sua carriera da allenatore direttamente al top ma ricorda pure che “Andrea è sempre stato uno che ha parlato poco e lavorato tanto”.
Di Gennaro Gattuso, vincitore del suo primo trofeo (la Coppa Italia) da allenatore lo scorso giugno, Braida invece dice che “aveva le stigmate da allenatore fin quando giocava” e lo vede in ottima sintonia con l’ambiente napoletano per fare bene anche in questa stagione in cui parte sin dall’inizio sulla panchina.
Ed infine Super Pippo Inzaghi: confermando di avere una grande onestà intellettuale, Braida sinceramente afferma che dei tre è quello che si sarebbe potuto pensare meno come allenatore mentre era in attività come calciatore. Dopo un inizio non facile da mister, a Benevento però, dopo una promozione da record, sembra aver trovato la quadratura del cerchio per fare bene anche in A con l’obiettivo di una salvezza non certo facile da conquistare.
E poi il discorso non può che andare sul “suo” Milan. In considerazione anche dei tre allenatori in A, Braida ricorda che la società rossonera da sempre è una grande scuola di calcio, facendola risalire ai tempi del mitico Nereo Rosso per poi passare per il “Barone” Nils Liedholm, Arrigo Sacchi, Fabio Capello e fino a Carlo Ancelotti.
Braida vede molto bene Pioli sulla panchina del Milan: dopo un eccellente finale di stagione, quest’anno può essere finalmente l’occasione giusta per riportare il “Diavolo” nel posto che gli spetta sia in Italia che in Europa dove da troppo tempo manca dalla Champions League. L’ex dirigente del Milan avalla anche l’acquisto di Sandro Tonali, indubbiamente uno dei giovani italiani più di talento attualmente e che può far diventare grande e diventare grande lui stesso con questa nuova avventura, fondamentale per il proseguo della sua carriera.