sabato, Aprile 20, 2024
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Ancelotti si schiera con la società: “Non capisco la contestazione”

Contestati gli uomini di Ancelotti
La vittoria in trasferta contro il Frosinone non ha riportato il bel tempo in casa degli azzurri. I gol di Mertens e Younes non son serviti a riallacciare i rapporti con i tifosi, i quali alla fine della partita hanno messo in atto una contestazione nei confronti della dirigenza. Reazione che ha lasciato sbigottiti sia allenatore che giocatori.

I fatti
Alla fine della partita contro i ciociari, Callejon voleva festeggiare la sua 300esima presenza con la maglia del Napoli, onorata anche dalla fascia di capitano, con i propri supporters. Si è quindi recato sotto la loro curva con l’intenzione di lanciare la sua maglia. La divisa del capitano è stata, però, subito rispedita al mittente e l’attaccante di Motril non ha potuto far altro che raccoglierla e tornarsene amareggiato negli spogliatoi. Da qui in poi son iniziati una serie di cori contro la società: “meritiamo di più”, intonavano i tifosi napoletani a gran voce.
Alla scena ha assistito Dries Mertens che ha chiesto subito una spiegazione ai simpatizzanti del Napoli; terminato l’incontro fra le parti il centravanti belga ha applaudito in direzione degli spalti ed è tornato negli spogliatoi.

Ancelotti allibito
Il tecnico di Reggiolo è rimasto senza parole nei confronti della contestazione portata avanti dai tifosi della squadra. “Non riesco a comprenderla” queste le sue parole. “Il Napoli è una grande società che agisce in modo oculato e mirato e gli acquisti che faremo in futuro andranno in questa direzione. Certo, ci vorrà più tempo e ci vorrà più pazienza, ma riusciremo a vincere lo stesso. Deve essere chiaro a tutti: i giocatori che guadagnano 10 milioni di euro a stagione difficilmente arriveranno qui; occorre investire su giocatori giovani come Verdi, Meret e Fabian che non hanno uno stipendio esagerato e non è dannoso per il bilancio.”

Quota 80
“L’obiettivo del Napoli è quello di arrivare a 80 punti” ha poi aggiunto Ancelotti. “Non voglio che la mia squadra pensi che il campionato sia finito. Lo sarà solo quando terminerà l’ultima partita”.

Pasquale Capasso
Pasquale Capassohttps://medium.com/pasqualecapasso-it
Nato a Brasov in Romania, vive a Mugnano di Napoli e si ritiene cittadino del mondo. Studia giurisprudenza all’Università degli Studi Parthenope di Napoli. Autoironico, pragmatico e senza peli sulla lingua, nel tempo libero ama digitare parole a caso sul pc. E' in uscita il suo primo romanzo.
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