venerdì, Marzo 29, 2024
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Androidol U, il robot umanoide star del piccolo schermo in Giappone

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Ce lo chiediamo da tempo: i robot arriveranno a rubarci il lavoro o a semplificarlo? Saranno amici dell’uomo o macchine al servizio di pochi, eppure potentissimi eletti? No, non è più fantascienza, non è più il solito film fatto di eserciti di robot-machine e uomini pronti a morire per contrastare la loro ascesa, non è più il solito film fatto di un amore improbabile tra un essere umano ed un androide, questa è la realtà e non possiamo più far finta di niente, non possiamo chiudere gli occhi dinanzi l’ennesima invenzione, battere le mani e lasciarsi sfuggire dei wow increduli per poi concludere che ciò non cambierà le nostre vite. Sappiamo tutti che non è così e che, prima o poi, dovremmo fare i conti con una realtà estranea. Soprattutto se, stando a quanto detto dal professor Hiroshi Ishiguro, nel giro di pochi anni gli androidi saranno sempre più presenti nei luoghi pubblici. E’ stato proprio Hiroshi Ishiguro ad aver presentato a Tokyo Androidol U, il robot umanoide destinato a diventare la star dei giovani giapponesi.

Il suo nome è una parola macedonia che deriva dalla combinazione di android idolo. La scelta è stata motivata dallo stesso creatore di Androidol U, ovvero la possibilità di instaurare un rapporto di familiarità tra l’androide e gli umani, soprattutto con i più giovani, non a caso questa macchina nasce per diventarne l’idolo del piccolo schermo. Androidol U ha l’aspetto di una giovane e bella ragazza asiatica, capace di catturare lo sguardo e, probabilmente (così si vuole), il cuore dello spettatore. E’ curata nei minimi dettagli, dal fisico, snello e minuto come vuole lo standard del corpo femminile giapponese, al trucco, leggero e naturale, dal movimento quasi perfettamente naturale del volto all’outfit trendy.

Androidol U è in grado di accrescere il suo vocabolario e la sua intelligenza conversando con le persone e parteciperà ad attività promozionali e presenterà un nuovo programma giapponese portando a termine un esperimento sociale che ha lo scopo di dimostrare che anche una macchina può comunicare con gli esseri umani e migliorare se stessa attraverso l’interazione.