Solo pochi giorni fa, in occasione della giornata contro la violenza sulle donne, abbiamo parlato di quanto fosse impellente il desiderio di fare giustizia per casi di violenza familiare. Solo ieri, in occasione dell’anniversario della Legge che ha introdotto in Italia l’istituto del Divorzio, si è parlato della dignità che ha acquisito il rapporto umano ed i diritti civili nel nsotro Paese. Tuttavia al mondo vigonono ancora Leggi irrazionalmente pericolose, legate ad ideologie arcaiche e patriarcali svilenti per il genere femminile.
Uno dei lati del Mondo di cui vi stiamo parlando è Arabia Saudita, il più grande Stato arabo dell’Asia occidentale ma anche lo Stato dove non vi è un Parlamento e dove vige il wahhabismo ossia l’esistenza di una serie di misure ufficiali che garantiscono la rigorosa osservanza delle prescrizioni giuridiche e sociali islamiche di tutti gli abitanti del Regno, musulmani o meno che siano.
Qui vengono negate alle donne aperture e parità come ad esempio la possibilità di guidare una macchina o di poter fare degli acquisti da sola. Difatti il calvario di Loujain è iniziato quando ha voluto sfidare il regime della monarchia più oscurantista di tutto il Golfo e guidare da sola un’automobile. Tanto è bastato per essere prelevata e portata in carcere dove, secondo quanto hanno sostenuto diverse ong che si occupano di diritti umani, Loujan è stata anche torturata.
L’ultima notizie sulla sua vicenda giudiziaria finita sotto la lente dell’opinione pubblica mondiale è la decisione delle autorità saudite di spostare il processo di Loujain al-Hathloul in un tribunale speciale che si occupa solo di casi di terrorismo, una mossa che nasconde maldestramente il tentativo di mettere la museruola al dissenso.
La giovane l’ultima volta che è apparsa in tribunale è apparsa debole e malata, il suo corpo tremava e la sua voce era ridotta a un filo. Assieme a lei, in aula, c’erano altre tre donne arrestate nel 2018.
«Siamo molto preoccupati per la decisione di trasferire il caso in un tribunale che si occupa di terrorismo. Non è il luogo adatto per processare attivisti pacifici per i diritti umani come Loujain al-Hathloul, la cui unica colpa è di avere chiesto un cambiamento e una riforma» ha detto Hashem Hashem, attivista regionale di Amnesty International al Guardian.
Alla fine di ottobre la ragazza aveva iniziato lo sciopero della fame per protesta, ma dopo due settimane le guardie carcerarie hanno iniziato a svegliarla ogni due ore, per diverse settimane e lei sfinita e senza più alcuna energia per la privazione del sonno ha dovuto smettere.
Quello che si sa riguardo al processo è che Loujain è stata portata in giudizio davanti al tribunale penale di Riyad il 13 marzo 2019. Le accuse contro di lei sono anche quella di “aver contattato organizzazioni internazionali“ per richiedere aiuto.
Potremmo perderci in lunghissime argomentazioni intanto in Arabia Saudita resta una donna, imprigionata, per aver guidato un automobile. Una cosa però è certa fin quando non saranno rispettati i diritti umani per le donne saudite non saranno rispettati i diritti di tutte le donne al mondo
Arabia Saudita, Loujan da 900 giorni in cella per avere guidato un’auto
Una ragazza saudita è ancora in carcere, torturata e in attesa di processo da oltre 900 giorni