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Australia, il Governo indirà un referendum sui matrimoni gay

La data indicata è l'11 Febbraio 2017

Attraverso il premier Malcom Turnbull, il governo australiano ha reso noto di avere l’intenzione di indire un referendum sui matrimoni tra le persone dello stesso sesso. La data proposta è quella dell’undici febbraio dell’anno prossimo e la domanda referendaria sarà: “La legge deve essere cambiata, per permettere alle coppie dello stesso sesso di sposarsi?” Votare in questo plebiscito sarà obbligatorio e basterà la maggioranza semplice ( 50% più uno) per determinare l’esito della consultazione.

Ad ogni modo, la proposta governativa dovrà passare prima al vaglio del Senato australiano, dove i numeri del partito di maggioranza, dopo le elezioni anticipate tenutesi a Luglio, sono esigui. Il partito laburista, principale partito di opposizione, è favorevole al matrimonio egualitario ma, insieme agli altri partiti ed anche ad alcuni membri della stessa maggioranza, non ritiene che il referendum sia la via migliore per cambiare la legge australiana. Inoltre, l’intenzione del governo di dare sette milioni di dollari sia per la campagna del no, che per la campagna del si, sta ulteriormente inasprendo il dibattito politico. E con i numeri sfavorevoli al Senato non è detto che Turnbull riuscirà a portare avanti il suo progetto referendario.

I sondaggi mostrano che la maggioranza degli australiani è a favore dei matrimoni gay e lo stesso premier (di centro-destra) ha rivelato che voterà a favore. Attualmente, la maggioranza degli Stati che compongono l’Australia riconosce diritti alle coppie omosessuali tramite le unioni civili. Tuttavia, la legge federale non consente di andare oltre questo tipo di riconoscimento. Ed è essa che deve cambiare, per far si che vi possa essere il passo in avanti definitivo verso la totale uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge.

Se da un lato l’Australia è uno degli ultimi paesi occidentali a non consentire ancora i matrimoni gay, dall’altro non sarebbe il primo stato ad affidare questa decisione al popolo (benché, va ricordato, il risultato non sarà vincolante). Lo scorso anno, Irlanda e Slovenia sono passate attraverso simili consultazioni. L’esito fu felice in Irlanda, dove il 62,1% dei cittadini votò a favore, mentre in Slovenia il 63% dei cittadini si espresse contrario alla legge parlamentare che, pochi mesi prima, aveva istituito il matrimonio e le adozioni per le persone dello stesso sesso.

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