martedì, Marzo 19, 2024
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Autopsie non autorizzate su pazienti contagiati, nuovi dati utili per i medici

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I medici italiani sono ora più armati di prima per combattere il virus, grazie a nuove informazioni ottenute dopo l’esecuzione di autopsie non autorizzate su pazienti affetti da COVID.

LA CIRCOLARE DEL MINISTERO DELLA SALUTE – Seguire i protocolli è la base, non è o almeno non dovrebbe essere un’opzione. Eppure a volte, uscendo dai binari predefiniti, è possibile colpire nel segno. Riuscire a trovare risposte a domande ancora aperte, e soluzioni essenziali a problemi irrisolti. La sorte di questa grande “guerra” non fa eccezione in quanto la dobbiamo tecnicamente proprio ad una piccola infrazione alle regole.

La diminuzione dei casi gravi infatti non è da attribuire al caso o alla fortuna ma bensì proprio a queste autopsie non convenzionali. Questo nonostante la circolare del Ministero della salute, datata 2 maggio, le condanni. Il documento precisa che non vanno assolutamente effettuate durante tutta la fase emergenziale, sia sui decessi avvenuti in ospedale che quelli avvenuti in luoghi domestici. Eppure la decisione di un medico ben specifico ha cambiato le carte in tavola a nostro favore.

LA SCOPERTA DI UN BUON RIMEDIO – Quell’uomo ha 55 anni, si chiama Andrea Gianatti ed è il responsabile dell’Anatomia patologica dell’Ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo. Insieme al suo team ha analizzato numerose vittime del Coronavirus, raccogliendo dati particolarmente utili. Ha infatti constatato che la causa di molti decessi era la tromboembolia, la quale si verifica nelle arterie dei polmoni.

Una scoperta che ha permesso di trovare un “rimedio” abbastanza semplice, eparina e cortisone. Due soluzioni, a quanto sembrerebbe, efficaci contro i pazienti infetti, soprattutto in quelli meno compromessi dalla malattia. Due soluzioni che non si sarebbero scoperte senza queste autopsie non autorizzate.