venerdì, Marzo 29, 2024
Home Blog

I bambini nel mondo dello spettacolo: adultizzati e sessualizzati

A neppure un mese dalla sua uscita, l’attesissima seconda stagione di Stranger Things ha già suscitato grande plauso tra pubblico e critica. La serie, una produzione originale Netflix, è divenuta celebre raccontando le misteriose vicende della cittadina di Hawkins e, principalmente, di un gruppo di ragazzini.

I giovani attori, tutti tra i dodici e i quattordici anni circa, si trovano ormai nell’occhio del ciclone, cavalcando l’onda del successo già ottenuto con la prima stagione e che ha portato alcuni di loro ad ottenere ruoli ben più rilevanti (un esempio è Finn Wolfhard, che nella serie interpreta Mike, divenuto uno dei protagonisti del recente It di Andrés Muschietti).

Ma il fascinoso mondo dello spettacolo è da sempre anche un luogo dalle mille insidie, per qualunque celebrità…specialmente se si tratta di bambini. 

Sembra difficile, a volte, rendersene conto, ma bisognerebbe ricordare che, dietro la celebrità, c’è la persona, ancor di più se questa persona è parecchio giovane e meriterebbe molte più premure in quanto non ancora in grado di occuparsi di se stessa.

È il caso degli attori di Stranger Things, tra i quali spicca la star del momento, Millie Bobby Brown, che nella serie è Undici. La ragazzina, classe 2004, è stata definita dai giornali americani “sexy” e inclusa tra le donne più “hot” di Hollywood.

O ancora un altro caso, quello di Finn Wolfhard, quattordici anni, a cui è stato rivolto un post su Instagram da parte di una modella quasi trentenne, la quale invitava il ragazzino a recarsi da lei tra quattro anni, lasciando ben intendere per quale motivo.

C’è davvero qualcosa di molto inquietante in un adulto che fa determinati pensieri su un ragazzino e ne inserisce una in una lista di “donne sexy”. Sexy, detto di una tredicenne il cui corpo non è neppure ancora entrato ufficialmente nella pubertà, è solo estremamente malato e contribuisce a nutrire una società malata, che si sente in qualche modo giustificata a dire e fare ciò che vuole, se la visione di questi bambini è tutt’altro che infantile.

L’adultizzazione e sessualizzazione dei bambini nel mondo dello spettacolo è un fenomeno vasto e ben più remoto, che meriterebbe molto più di qualche polemica sporadica. Soprattutto per le bambine, il cui corpo è decisamente più sfruttato, non è raro imbattersi in spot pubblicitari in cui queste piccole star vengono rappresentate con make-up, abiti ed atteggiamenti abbastanza inappropriati. Alcuni, forse, ricorderanno lo scandalo di qualche anno fa della baby modella Thylane Blondeau, apparsa sulle copertine di riviste come Vogue o Cadeaux in tacchi alti, trucco marcato e pose provocanti.

Thylane Blondeau. Fonte: Pinterest
Thylane Blondeau. Fonte: Pinterest

Se la società commette già un grosso errore individuando nel modello di bellezza sensuale quello privilegiato, l’errore raddoppia, quadruplica, se questo modello viene associato a dei bambini. E le responsabilità vanno a ricercarsi anche e soprattutto nei genitori se i loro figli sembrano dei ventenni assennati nei servizi fotografici.

Basti guardare i look e gli scatti di Millie Bobby Brown o di Finn Wolfhard, le pose adulte e gli sguardi languidi, sfidando chiunque a dare loro tredici e quattordici anni.

Millie Bobby Brown. Fonte: W Magazine
Millie Bobby Brown. Fonte: W Magazine
Finn Wolfhard. Fonte: Pinterest
Finn Wolfhard. Fonte: Pinterest

Perché un bambino dev’essere sottoposto a questo tipo di violenza e la cosa è da considerarsi normale? Perché si usano parole come “sexy” e ci si sente in diritto di considerare un ragazzino sessualmente desiderabile (serve a ben poco dire di aspettare la sua maggiore età se il post su Instagram lui lo sta leggendo ora, a quattordici anni)?

È davvero così difficile comprendere che i bambini, anche se su una passerella o una copertina, vanno lasciati liberi di essere e di apparire bambini?