venerdì, Aprile 26, 2024
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Barcellona-PSG 6-1: la partita che ricorderemo per sempre

Il Barça si qualifica ai quarti di finale con un'epica partita con Neymar protagonista assoluto. Parigini nel baratro.

Nell’immaginario collettivo di ogni tifoso di calcio spesso si crea e si modella con il passare delle stagioni una ipotetica top tre delle partite più belle o memorabili a cui si abbia mai assistito: che sia dal vivo, sentendo quindi tutte le reali vibrazioni dell’ambiente, oppure anche in televisione, che per fortuna permette a qualsiasi latitudine di essere partecipi del gioco. E siamo certi che ieri, tanto per i 96 mila fortunati che presenziavano al Camp Nou, sia per tutti gli appassionati che hanno potuto vederla, Barcellona – Paris Saint Germain entra di diritto in questa Top 3 se non addirittura al primo posto. Una partita che ha veramente tutto per essere una delle più memorabili della storia dello sport, tanto che anche le varie app degli sport americani hanno sentito il bisogno di dedicargli una Breaking News, coscienti della memorabilità dell’evento.

Negli ultimi anni, un po’ troppo frequentemente a Barcellona si è vissuta la vigilia (intendendo con questo termine le settimane precedenti, non per forza il giorno prima) del ritorno delle partite a eliminazione diretta di Champions League con l’esigenza di dover effettuare la remuntada (senza dubbio la parola catalana più conosciuta ormai in Italia, pur ignorandone i più l’appartenenza, e ritenendola di matrice spagnola). Giusto per citare due precedenti con due squadre italiane: anno 2010 e anno 2013, rispettivamente contro Inter e Milan, con risultati alterni. Nel 2010 non fu possibile rimontare il 3-1 subito dalla corazzata di José Mourinho nell’andata della semifinale e ci si dovette accontentare dell’1-0 firmato Piqué nonostante un clima da brividi al Camp Nou. Diversa sorte invece nel 2013, quando dopo il ben più severo 2-0 dell’andata, i rossoneri capitolarono sotto i colpi del Barça perdendo 4-0.

Questa volta era tutto più complicato, anche perché i precedenti non lasciavano spazio alla speranza (o quasi). Nessuno nella storia della Champions League era mai stato in grado di rimontare al ritorno una sconfitta per 4-0 dell’andata. Nessuno prima del Barcellona di Luis Enrique che è stato capace di rifilare 6 reti al PSG, proprio come il tecnico asturiano aveva annunciato con fare guascone: “Se loro ci hanno fatto quattro goal, noi possiamo segnarne tranquillamente sei“. E ci sono riusciti davvero. La dinamica della partita ha dell’incredibile perché non c’è stata una remuntada ieri, ma ben due. Subire il goal del 3-1, era una batosta che avrebbe fatto desistere le più valorose corazzate, ma non questo Barcellona. Cavani esultava e assaporava la qualificazione, con l’ex Real Madrid Ángel Di María che addirittura zittiva la gente catalana. Poi dall’88esimo in poi, si è visto il delirio, superando senza dubbi la rimonta della Finale di Champions League del 1999 tra Bayern Monaco e Manchester United.

La squadra sulle spalle non l’ha presa Lionel Messi (che ieri è stato ancora una volta ben ingabbiato e non è riuscito ad essere decisivo). Ma un ragazzino che ieri si è consacrato nel grande calcio europeo e che per la prima volta in una serata molto importante si è preso tutto il Barcellona sulle spalle: Neymar. Magistrale calcio di punizione a fil di palo, responsabilità di tirare il rigore del 5-1 e assist a Sergi Roberto al 95esimo realizzato con una freddezza fuori dal comune: sterzata a rientrare e colpo sotto al pallone per alzare una morbida traiettoria che ha trovato la perfetta destinazione nell’allungo del centrocampista blaugrana. Tutto ciò in 7 minuti, vale a dire tre goal in 7 minuti e la seconda remuntada del Barcellona, stavolta sì, la definitiva, è compiuta. Nell’urna del sorteggio dei Quarti di Finale ci sarà anche la squadra di Luis Enrique, e non la parigina, che paga l’atteggiamento iper-rinunciatario e timoroso imposto dal tecnico Unai Emery, l’ambiente infernale del Camp Nou e qualche decisione avversa dell’arbitro tedesco Aytekin (almeno un rigore non fischiato al PSG, espulsione perdonata a Neymar e il rigore fischiato a Suárez).

A prescindere da come finirà questa Champions League, i festeggiamenti ieri in campo, sembravano tipici di una finale di questa manifestazione, e invece erano solo gli ottavi di finale, ma si stava festeggiando più che la qualificazione, l’essere entrati nella storia, aver scritto il proprio nome per sempre nella memoria di questa competizione. E d’ora in poi qualsiasi squadra che si dovrà trovare a rimontare una situazione di svantaggio inevitabilmente penserà a questo Barcellona: esempio di fede, speranza e consapevolezza che nulla è impossibile.

Walter Molino
Walter Molino
Laureato in Mediazione Linguistica e Culturale (Spagnolo, Portoghese e Catalano) all'Università degli Studi di Napoli "L'Orientale", appassionato di calcio e basket.
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