giovedì, Aprile 18, 2024
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Beirut, esplosioni al porto: oltre 100 morti e 4000 feriti

Ancora ignote le cause delle esplosioni avvenute nella capitale del Libano, Beirut, dove martedì pomeriggio due forti deflagrazioni nei pressi del porto hanno scosso l’intera città con boati che si sono avvertiti fino a Cipro. Il governatore di Beirut Marwan Abboud, commentando le intense immagini riprese in breve tempo dai media di tutto il mondo, ha dichiarato commosso: “Sembra quello che accadde a Hiroshima e Nagasaki. Nulla di simile era mai successo in Libano”.
DANNI E VITTIME – Le immagini mostrano una spaventosa devastazione, con molti edifici danneggiati seriamente nel raggio di diversi chilometri, inclusi il palazzo presidenziale e diverse ambasciate. Indenne la rappresentanza diplomatica italiana. La Croce Rossa riporta al momento un bilancio provvisorio di almeno 100 vittime, 4.000 feriti e un centinaio di dispersi. Nella città è stato proclamato lo stato d’emergenza per due settimane.
NITRATO DI AMMONIO – Beirut ha ammesso che le deflagrazioni sono avvenute in un deposito nei pressi del porto, dov’erano custodite circa 2.750 tonnellate di nitrato di ammonio confiscate nel 2013 a contrabbandieri poi depositate in un container. Una sostanza molto pericolosa che potrebbe essere deflagrata a causa delle scintille sprigionatesi durante un’operazione di saldatura nel magazzino.
DUBBI SULLE CAUSE – Il presidente Usa Donald Trump ipotizza che le esplosioni siano state causate da una bomba, ma tre fonti anonime della Difesa Usa citate dalla Cnn contraddicono tale tesi, sostenendo che non ci siano indicazioni di attacchi. Smentita l’idea della bomba anche dalle autorità libanesi, che oltre ad aver ammesso la presenza delle tonnellate di nitrato di ammonio hanno invitato chi può a lasciare la città a causa dell’aria tossica. Fonti israeliane suggeriscono che quel magazzino venisse utilizzato da Hezbollah.
AIUTI INTERNAZIONALI – Il presidente Michel Aoun ha convocato il Consiglio supremo di difesa, bollando come “inaccettabile” il fatto che 2.750 tonnellate di nitrato di ammonio siano rimaste immagazzinate per anni nel porto della città senza misure di sicurezza. Il premier, Hassan Diab, ha garantito che tutti i responsabili sarannochiamati a risponderne e ha chiesto sostegno alle nazioni amiche; l’Italia è stata tra le prime a rispondere, con la promessa di sostegno da parte del presidente del Consiglio, Giuseppe Conte. Anche Israele ha offerto aiuti umanitari e l’Unione Europea si è dichiarata pronta a fornire assistenza. Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha contattato Aoun per comunicargli che la Turchia è pronta a fornire aiuti umanitari.
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