martedì, Ottobre 15, 2024
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Benjamin Mascolo, la diagnosi di autismo: “È tutta la vita che mi chiedo se sono danneggiato dentro”

Attraverso i suoi canali social, Benjamin Mascolo, membro del duo Benji&Fede, ha deciso di parlare a cuore aperto con i suoi fan. In un lungo post pubblicato sul suo account su Instagram, l’artista ha parlato della sua recente diagnosi di autismo.

“Mi chiedo se sono danneggiato dentro” – Nella giornata di ieri, Benjamin ha spiazzato i suoi fan con un inaspettata rivelazione. Il cantante ha rivelato che l’estate scorsa si è sottoposto a svariati test, da cui è seguita una diagnosi: il ragazzo ha l’autismo ad alto funzionamento.

Attraverso un lungo post su Instagram, l’attore ha ammesso che finalmente può dare un nome al senso di inadeguatezza che lo ha spesso accompagnato per anni. Sotto a uno scatto del passato che mostra Mascolo da bambino, l’artista ha scritto:

“Non voglio che il mondo mi veda, perché non penso che capirebbero”. Questo è il ritornello della mia canzone preferita, Iris. È tutta la vita che mi chiedo se sono se sono danneggiato dentro, se sono speciale, o se sono come tutti gli altri e mi faccio solo qualche domanda di troppo. In questi anni ho seguito un percorso di terapia, io che non mi sono mai fidato fino in fondo degli adulti, io che non ho mai creduto fino in fondo nelle istituzioni e nei loro rappresentanti, che fossero professori, poliziotti o dottori.

Ci sono arrivato per sfinimento, perché mi ero fatto così tanto male che non aveva più senso provare ad automedicarsi da solo, che fosse con sostanze stupefacenti o con maratone e diete salutari. E così ho deciso di fidarmi, fare ore di macchina ad Agosto con mia moglie (santa donna) al posto di andare in vacanza, per raggiungere un ospedale dall’altra parte d’Italia. Fare test su test, far intervistare i miei genitori sulla mia infanzia da un grandissimo psichiatra. Autismo ad alto funzionamento. Questa è la diagnosi, la risposta della scienza moderna nel 2024. Non sono un autistico super intelligente che guarda New York da un elicottero in volo e riesce a disegnarla a memoria.

Sono uno di quelli che quando apre il menù del ristorante ha una crisi di panico esistenziale perché c’è troppo scelta. Uno di quelli che tutti i suoi vestiti devono essere dello stesso brand, tutti dello stesso colore, tutti stesso modello. Impacchettati in buste di plastica rigida trasparente e impilati in un armadio. E va bene così. Il dottor Rosso dice che nella diagnosi c’è già un piccolo effetto curativo, e io ci credo. Sono sempre io, con una consapevolezza in più: non sono più solo”.

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