Dopo anni di dibattiti, il parlamento tedesco ha approvato la risoluzione che riconosce il genocidio degli armeni. Più di un milione di persone uccise tra il 1915 e il 1916 dall’impero Ottomano. Tensione tra Turchia e Germania. Per Ankara quest’approvazione è «un errore storico»: il genocidio «non è mai avvenuto». L’adozione del testo «è indegna delle relazioni di amicizia tra i nostri paesi», dice il vicepremier Numan Kurtulmus assicurando che la Turchia risponderà «in modo adeguato».
Dall’altro lato, però, il capogruppo al Bundestag dei Cristiano democratici, Volker Kauder, replica: «La nostra intenzione non è mettere la Turchia sotto accusa, ma riconoscere che la riconciliazione è possibile solamente se i fatti vengono messi sul tavolo». Fatti che la Turchia ha negato. Realtà che scompaiono anche dai libri di storia.
L’incontro di oggi era programmato per il 2015, ma fu congelato per non complicare i rapporti tra Germania e Turchia. Quest’anno, invece, il parlamento tedesco non si è lasciato intimidire dalle minacce del versante turco: in caso di approvazione si sarebbero verificate delle conseguenze nei rapporti bilaterali a livello economico e militare tra Ankara e Berlino. Intimidazioni che arrivavano direttamente dal presidente turco Recep Tayyip Erdogan e dal premier Binali Yildirim. Ma l’approvazione c’è stata comunque. Un passo avanti che risulta ancora più coraggioso di questi tempi, visto il ruolo fondamentale della Turchia nello smistamento dei migranti.
Venti Paesi – tra i quali Italia, Francia e Russia – hanno già riconosciuto ufficialmente lo status di genocidio al massacro degli armeni. L’anno scorso durane la commemorazione per i cento anni del massacro, alla quale parteciparono i leader di mezzo mondo, Papa Francesco lo definì “il primo genocidio del XX secolo”