venerdì, Marzo 29, 2024
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Berlusconi festeggia 80 anni: vita, vittorie e lungimiranza di un esteta del calcio

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Vincere e convincere attraverso il bel calcio. In questi primi 80 anni Silvio Berlusconi ha rivestito la propria vita di un enorme velo d’arte che ricopre un culto spassionato per la bellezza e per il piacere in senso dannunziano, un nucleo di qualità umane ed imprenditoriali che gli consentono tuttora di vedere prima degli altri. Quando il 20 Febbraio 1986 decise di acquistare il Milan da un’aula di tribunale e prossimo ad un clamoroso fallimento, in seguito alla sciagurata presidenza dell’imprenditore veneto Giuseppe Farina, Berlusconi aveva già in mente il suo obiettivo: portare la squadra rossonera sul tetto del mondo.

DALL’EDILNORD AL MILAN – L’allenatore dell’Edilnord era un giovane imprenditore edile appassionato di calcio e tifoso del Milan, sostenitore già da allora di un calcio propositivo ed offensivo, convinto di un minor rilievo del concetto di risultato rispetto all’espressione del bel giuoco. Un principio che contrasta con la concezione di Berlusconi di vittoria, termine che contrassegna da sempre il percorso esistenziale dell’ex cavaliere, un’idea che avrebbe poi trasmesso ed inciso nel dna del Milan. Berlusconi aveva come modello da imitare quel Real Madrid che insegnava calcio in giro per il mondo e non è un caso che il vero Milan degli “immortali” di Arrigo Sacchi nasce proprio nella notte del Bernabeu, una serata in cui i rossoneri si impongono alla scena per aver sottomesso i blancos nel proprio tempio. Berlusconi mise, da subito, a disposizione il suo patrimonio per costruire non più centri residenziali ma sogni, acquistando campioni del calibro di Gullit, Van Basten e Rijkaard, passando per Savicevic, Shevchenko e Kakà, fino ai più recenti Ronaldinho ed Ibrahimovic. L’idea rivoluzionaria fu quella di unire sport e comunicazione: emblematica fu la Cavalcata delle Walchirie, con l’elicottero che sbarca sul prato dell’Arena di Milano ad estasiare tifosi speranzosi di vedere il Milan tornare agli antichi fasti, ormai assopiti, degli anni 60. Nasce un nuovo tipo di organizzazione nel mondo del calcio, capace di unire una rivalutata importanza della managerialità ad un forte concetto di empatia e famiglia: tutti dovevano remare verso il traguardo che Berlusconi aveva in mente, vincere in Italia, in Europa e nel Mondo.

SUCCESSI E LUNGIMIRANZA – Nei 30 anni a capo della società rossonera diventa il presidente della storia del calcio che ha vinto di più: tra i tanti spiccano gli 8 scudetti e le 5 Champions League, con quella conquistata a Barcellona contro lo Steaua Bucarest che Berlusconi porta nel cuore come quella più entusiasmante ed emozionante. Una caratteristica fondamentale di tutti i suoi successi è la capacità, che porta con sé dall’esperienza imprenditoriale, di prevedere il momento giusto in cui prendere in mano il destino e cambiare. Scelse Sacchi, che aveva allenato il Parma in serie B, affidò la panchina al giovane Capello, tra le mille critiche che gli piovevano addosso. Tutti sappiamo come è andata. Esonerò “il sarto” Zaccheroni in diretta tv, chiamò Ancelotti reduce da due secondi posti consecutivi alla Juventus per dar vita al Milan dei “meravigliosi”. Una lungimiranza che ha dimostrato anche nell’ultima decisione, la più dolorosa: quella di cedere la società ad un gruppo cinese che possa far tornare il Milan nella posizione che gli compete: sul tetto del mondo. Una scelta di cuore, di passione, di onestà intellettuale, propria di un uomo che in questi 80 anni ha rivoluzionato il calcio e non solo.