Leonardo Bonucci, attuale capitano del Milan ed ex bandiera della Juventus, in un’intervista a Tencent Sport ha fatto una panoramica generale sulla sua carriera, dall’approdo alla Juve alla convocazione in Nazionale, fino ai tecnici che più l’hanno fatto crescere negli anni e alle differenze tra le maggiori città in cui ha giocato. Ecco un estratto delle sue parole:
Sulla carriera: “Sono arrivato all’Inter non più giovanissimo, avevo 17 anni. Sono stati due anni splendidi nel settore giovanile nerazzurro, dove sono cresciuto tanto. L’anno a Bari è stato indimenticabile, è stata la svolta della mia carriera. Ho proseguito il lavoro cominciato a Pisa con Ventura, che mi ha permesso di arrivare in Nazionale. È stato il bivio della mia carriera, fortunatamente ho preso la strada giusta”.
Sulla Juventus: “Il primo anno ho trovato difficoltà, perché la maglia della Juve, così come quella del Milan, mette pressioni addosso e un ragazzo giovane può far fatica a tenere gli equilibri. È stata dura, poi per fortuna è arrivato Conte, che ci ha dato la mentalità. Sono arrivati grandi giocatori, ho avuto la fortuna di giocare sette anni nella Juve e di vincere.”
Sugli allenatori: “Ognuno di loro ha un carattere ben preciso e delineato e uno stile di gioco. Ho avuto la fortuna di essere allenato da grandi allenatori, ognuno di loro mi ha trasmesso qualcosa in campo e fuori dal campo. Conte mi ha dato più di tutti, l’ho avuto per più tempo e potevo lavorare ogni giorni con lui. Sono migliorato anche a livello umano. Lippi mi ha fatto esordire in Nazionale, mi ha portato al Mondiale come scommessa. Ogni allenatore che ho incontrato sula mia strada è stato importante”.
Differenze tra Torino e Milano? “A Torino ho passato sette anni, a Milano due, ma ero giovane e single. Con la famiglia è tutto un altro modo di vivere la città. Torino, per adesso, rimane la mia favorita”.