sabato, Aprile 20, 2024
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Brevetti vaccini sospesi: Europa favorevole, ma non Merkel e Draghi

Riguardo la sospensione dei brevetti dei vaccini anti COVID l'Europa sembra perlopiù favorevole, fatta eccezione per Berlino, che esprime le proprie perplessità.

Dopo l’intrigante, ma coraggiosa scelta di Joe Biden, anche in Europa i brevetti dei vaccini anti COVID potrebbero essere sospesi. Una proposta che sembra riscontrare pareri favorevoli da buona parte dell’Unione Europea. Non tutta Tuttavia. Infatti Angela Merkel e, per certi versi, Mario Draghi non sembrano molto propensi.

LA POSIZIONE DI GERMANIA E ITALIA – L’idea del presidente americano è semplice, sospendere i brevetti affinché più aziende farmaceutiche possano produrre i vaccini esistenti.

Un’ipotesi elogiata dai leader dell’Unione Europea, che vorrebbero seguire l’esempio del paese a stelle e strisce. Ci sono membri che però esprimono le loro perplessità. Merkel in primis, la quale tramite una portavoce, afferma che: «Il suggerimento degli Stati Uniti di revocare la protezione dei brevetti per i vaccini Covid-19 ha implicazioni significative per la produzione dei vaccini nel suo complesso».

Questo perché: «[…] la protezione della proprietà intellettuale è una fonte di innovazione e deve rimanere tale nel futuro».

Meno decisiva la dichiarazione del premier dello Stato italiano, Mario Draghi, il quale sembra però più contrario che pro all’idea. «È prioritario aumentare la produzione, garantendone la sicurezza, e abbattere gli ostacoli che limitano le campagne vaccinali. I vaccini sono un bene comune globale».

I FAVOREVOLI – Tra i favorevoli invece ai brevetti dei vaccini sospesi, figurano Francia e Russia. Così come la Commissaria UE alla Salute, Stella Kyriakides, che dichiara: «Siamo pronti a discutere tutte le proposte per affrontare questa crisi in modo pragmatico. […] ci teniamo a sottolineare che è importante assicurare che i farmaci raggiungano ogni angolo del mondo il più presto possibile. Per questo chiediamo agli altri Paesi che producono vaccini di consentirne l’esportazione e di evitare misure che possano danneggiare le catene di approvvigionamento».

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