giovedì, Marzo 28, 2024
Home Blog

Brexit vince: Regno Unito fuori dall’UE

I seggi per la Brexit si sono chiusi alle ore 23 italiane e contro le prime previsioni, che davano vincitore il Remain, lo spoglio delle schede ha dato come esito finale il 51,9% a favore del Leave, contro il 48,1%. La Gran Bretagna si trova ora ad affrontare l’uscita dall’Unione Europea, procedimento che prevede un accordo di ritiro, negoziato con l’UE, e che a quanto si apprende il Parlamento UE vuole far partire subito, “nessuno sconto o dilazione a Londra, subito fuori”.

In seguito ad un primo opinion pool che dava in vantaggio il fronte filo-UE, e che aveva portato il premier britannico Cameron a twittare un ringraziamento per chi aveva votato di rimanere, i voti si sono rovesciati: dopo quelli di Newcastle (dove il Remain ha vinto, ma di poco rispetto le previsioni), anche quelli del Sunderland, del Galles e via via dell’Inghilterra profonda hanno segnato la vittoria del Leave, sempre più ampia, prevalendo su Londra e Scozia.

 

Il leader dell’Ukip Farage, partito conservatore euroscettico, annuncia “È l’Indipendence Day” e invoca le dimissioni di Cameron, nonostante la maggior parte dei Tories al governo abbia invece chiesto al premier di rimanere. Il primo ministro tuttavia annuncia il ritiro:”Il Paese – ha detto in conferenza stampa – ha bisogno di un nuovo primo ministro che porterà avanti i negoziati con l’Unione europea”.

Sono giunte immediatamente anche delle dichiarazioni da parte di Scozia e Irlanda del Nord, dove in entrambi il Remain ha nettamente vinto, che parlano di provvedimenti futuri e che per l’Ulster vedono l’indipendenza sempre più vicina.

Il contraccolpo si è sentito come previsto sui mercati: la sterlina è scesa del 10%, la Borsa di Tokyo ha toccato punte di calo dell’8%, i futures sull’avvio della Borsa di Londra sono arrivati a cedere il 9%, mentre i beni rifugio (oro e derivati sui titoli di Stato Usa) stanno accelerando.

A questo punto si rivelano più che mai significativi i dati relativi al voto, che ci consegnano l’immagine di un Regno Unito essenzialmente spaccato: secondo YouGov  il 64% dei     cittadini tra i 18 e i 24 anni ha votato  contro la Brexit, assieme alla maggioranza di Londra, Scozia, Irlanda del Nord, mentre invece nella fascia d’età dopo i 50 anni il 49% avrebbe votato Leave, contro un 35% Remain, con un divario che si amplia ancora di più con gli over 65, a fianco dei cittadini delle Midlands. A questi dati si aggiunge quello secondo cui il 71% dei laureati ha votato contro la Brexit, il 29% a favore.
Appare quindi evidente come la scelta sia stata fomentata principalmente da populisti di destra (Farage), conservatori euroscettici (Boris Johnson), che hanno fatto presa sopratutto con motivi anti-immigrazione, nazionalisti, su quelle zone dove il mercato del lavoro è più in crisi, dove c’è maggiore insoddisfazione e dove la paura per l’imminente futuro si fa sentire più forte, ed è effettivamente più forte del pensiero delle conseguenze della Brexit, che si riveleranno in tutta la loro portata solo col tempo.