Nel napoletano continua a tremare la terra. Nella zona dei Campi Flegrei sono state avvertite diverse scosse, l’ultima è stata di magnitudo 4.2 alle tre del mattino del ventisette Settembre. Il presidente dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Carlo Doglioni, nell’audizione davanti alla Commissione Ambiente della Camera ha presentato i due possibili scenari relativi alla situazione dei Campi Flegrei.
La migliore delle ipotesi è la crisi di bradisismo come era accaduto nel 1983-84, la peggiore è un’eruzione simile a quella del 1538. Doglioni ha così commentato ciò che sta accadendo nel napoletano: «È un’evoluzione che non conosciamo e che monitoriamo, lo scenario meno critico è una situazione analoga alla crisi del 1982-84, una crisi bradisismica che «è durata 2 anni poi si è fermata, mentre al momento lo scenario più critico è un’ eruzione come quella del Monte Nuovo.»
Parlando di una possibile eruzione, il presidente dell’Ingv ha detto: «Non sappiamo né quando né dove, potrebbe avvenire e, per quanto piccola, provocherebbe un disagio sociale. E’ impossibile pensare che i Campi Flegrei si spengano perché sono un vulcano attivo».
Da mesi la terra dei Campi Flegrei sta tremando. Solo lo scorso 7 settembre si era registrato un altro terremoto di magnitudo superiore a 3. Il direttore dell’Osservatorio Vesuviano dell’Ingv mette in luce come il processo di innalzamento del suolo “ha subito una lieve accelerazione” e si sta “leggermente intensificando”. Questo fenomeno sempre essere dettato dal fenomeno del bradisismo ma non è possibile non pensare ad una possibile eruzione vulcanica.
Nel frattempo le autorità iniziano a pensare ad un piano di evacuazione per i paesi che potrebbero essere colpiti da questi fenomeni. La speranza è però quella che finisca tutto nel miglior modo possibile.