lunedì, Gennaio 20, 2025
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Cecilia Sala, a telefono con i genitori: “Fate presto”

Cecilia Sala, giornalista italiana arrestata il 19 Dicembre in Iran e detenuta nel carcere di Evin, ha rivelato a telefono con i suoi cari la cruda realtà dei fatti.

La Repubblica islamica aveva garantito all’ambasceria italiana un trattamento quanto meno dignitoso per la detenuta. La nota reporter avrebbe dovuto disporre di un letto e di beni essenziali. Il regime, inoltre, avrebbe dovuto consegnarle il pacco inviatole dalla famiglia contenente libri ed indumenti.

La realtà dei fatti è tutt’altra. Cecilia non ha un materasso, ma solo una coperta con la quale cercare di ripararsi dalle temperature gelide del carcere di Evin. Il pacco partito dall’Italia non le è stato consegnato, non riceve visite e non ha alcun contatto umano, neanche con le guardie. In aggiunta, le sono stati anche sottratti gli occhiali da vista, ritenuti pericolosi. L’ultima persona con la quale ha parlato è stata l’ambasciatrice italiana Paola Amedei il 27 Dicembre. Da quel giorno, la giornalista di “Il foglio” ha vissuto nel silenzio e nella solitudine.

Tutto ciò è stato raccontato dalla detenuta a telefono. Ieri, le è stato concesso di effettuare tre chiamate: una al padre, una alla madre e l’ultima al suo compagno e  collega di lavoro Daniele Raineri. Ai genitori, impaurita, ha ripetuto più e più volte: “Fate presto”. La pena che sta subendo è quella che viene assegnata alle prigioniere politiche. Tuttavia, a 13 giorni dall’inizio della triste vicenda, ancora non è stato rivelato il motivo di tale imprigionamento. Il regime islamico ha riferito solo queste parole a riguardo: “Ha violato le leggi della Repubblica islamica dell’Iran. Il suo caso è sotto inchiesta. L’arresto è stato eseguito secondo la normativa vigente e l’ambasciata italiana è stata informata.”

Quanto subito dalla giornalista Sala appare il riflesso di quanto avvenuto in Italia. Su ordine degli Stati Uniti, a Malpensa la polizia italiana ha arresto l’ingegnere iraniano, Mohamed Abedini-Najafabsni. L’uomo, per cui sono stati richiesti gli arresti domiciliari, è stato accusato di associazione a delinquere e di aver violato le leggi sull’esportazione d’armi. Tra i due detenuti, tuttavia, c’è un’enorme differenza: mentre l’iraniano-svizzero gode dei suoi diritti da prigioniero, Cecilia Sala soffre in una cella da sola, al freddo e al gelo, senza alcun tipo di contatto con il mondo esterno.

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