La giornalista Cecilia Sala è da otto giorni detenuta nel carcere di Evin, a Teheran. Sconosciuti i motivi dell’arresto. La notizia ufficiale del suo imprigionamento è divenuta pubblica solo ieri, una volta diventato non più sostenibile il segreto.
La donna, giunta in Iran con un regolare visto giornalistico, è partita per il Medio Oriente il 12 Dicembre per effettuare alcuni reports sulla situazione vigente in quei territori. Sarebbe dovuta tornare in Italia, dalla sua famiglia, con un volo il 20 Dicembre. Tuttavia, il giorno prima della sua partenza, è stata arrestata.
Ad allarmarsi immediatamente, dopo il silenzio totale della giornalista, è stata la sua redazione. Il telefono spento, la mancata presenza sull’aereo diretto verso l’Italia, hanno destato preoccupazione e paura.
Il 20 Dicembre le sono state concesse 2 chiamate, una alla madre, una al fidanzato. Durante la conversazione, Cecilia ha precisato che stesse bene ed in salute. Tuttavia, ascoltando quanto detto, sembra che la Sala stesse leggendo un testo scritto in inglese e tradotto in italiano; le costruzioni grammaticali erano forzate e non tipiche della lingua parlata.
L’ambasciatrice italiana, Paola Amedei, ad 8 giorni dall’arresto, ha potuto far visita alla giornalista, portandole cibo ed indumenti. La loro conversazione è durata circa mezz’ora. A riguardo il ministro Antonio Tajani si è pronunciato, dicendo: ” L’importante è che stia bene, è detenuta in una situazione tranquilla, da sola in una cella. Non possiamo dire altro, ma stiamo lavorando in maniera molto intensa.” La notizia di quest’arresto arbitrario, subito ha scatenato rabbia nel popolo italiano. Giornali, radio e programmi televisivi non fanno che parlar d’altro. La risposta, tuttavia, è stata univoca: la giornalista Cecilia Sala deve essere liberata, immediatamente. A sintetizzare tale pensiero, condiviso da tutti i seguaci della vicenda, è l’hashtag #freeCeciliaSala, virale nelle ultime ore sui social.