Colombia: dopo 52 anni il governo firma la pace con i ribelli

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La bandiera della Colombia, foto di: Wikimedia Commons

Non immaginava che era più facile cominciare una guerra che finirla“, scriveva il grande Gabriel Garcìa Màrquez in “Cent’anni di solitudine”, il capolavoro che celava una sottile critica alla situazione politica della Colombia.

A Cuba, questa mattina, il governo colombiano e le FARC (le Forze Armate Rivoluzionarie della Colombia) hanno firmato un nuovo accordo di pace dopo le modifiche richieste dal referendum dello scorso due ottobre: si pone fine, dunque, a 52 anni di conflitti che hanno provocato circa 220mila vittime.

Invitiamo tutti i colombiani e la comunità internazionale a sostenere questa nuova intesa e la sua rapida attuazione in modo da lasciarci alle spalle la tragedia della guerra. La pace non può aspettare oltre“, il comunicato diffuso a L’Avana.

Humberto de la Calle, rappresentante di Bogotà nel tavolo dei negoziati, ha commentato l’accordo affermando: “E’ il miglior accordo possibile“; Ivan Marquez, negoziatore delle FARC, ha invece parlato dell’accordo come il punto di inizio alla costruzione di un “Paese della concordia”. “Da parte nostra abbiamo fatto concessioni, anche oltrepassando i confini che avevamo fissato, spostandoli fino ai limiti del ragionevole e dell’accettabile per un’organizzazione politico-militare che non è stata sconfitta con le armi“, ha aggiunto, infine, il negoziatore delle FARC.

La novità rispetto alla precedente intesa è l’obbligo per le FARC di stilare un inventario completo di tutte le proprietà contate e di risarcire le famiglie delle vittime. E’stato precisato, inoltre, che il gruppo di guerriglieri dovrà fornire informazioni esaustive e dettagliate sul suo coinvolgimento nel traffico di droga.

Il presidente colombiano Juan Manuel Santos, Nobel per la Pace nel 2016, ha dichiarato che nel testo dell’accordo vengono espressamente precisate le limitazioni della libertà a cui sono sottoposti i membri della FARC. Non è stato possibile, tuttavia, rinegoziare uno dei punti più discussi del trattato: quello sull’eleggibilità dei leader delle FARC a cariche pubbliche.